Le spiate sui colleghi di lavoro, il cosiddetto whistleblowing, verranno protette dalla legge.
Le norme intanto sono passate alla Camera, e con tutta probabilità passeranno anche al Senato. Alla Camera c’è stata un’ampia maggioranza con 281 sì, 71 no e 18 astenuti.
In sostanza coloro che che, nell’ambito di un rapporto di lavoro, denunciano la corruzione o altri illeciti compiuti dai colleghi, sia nel pubblico che nel privato, godranno di una tutela particolare.
La legge prevede che chi denuncia alla pubblica autorità comportamenti illeciti presunti dei colleghi, non può essere licenziato, sanzionato o sottoposto a misura di discriminazione.
Anzi, le eventuali misure di discriminazione potranno essere sanzionate con multe da 3 a 50 mila euro.
Quindi, con tutta probabilità, visto che nel 99% degli ambiti lavorativi, i lavoratori sono l’un contro l’altro armati, fra risentimenti, invidie, incomprensioni, arrivismo e quant’altro, molto probabilmente assisteremo alla istituzionalizzazione della delazione.
Questo sistema, lo rammentiamo, veniva premiato e trovava ampio spazio nei sistemi dittatoriali, nazismo e comunismo compresi, nonché nelle epoche non particolarmente illuminate dell’Inquisizione, dove la delazione, la spiata, erano sostanzialmente la regola e venivano favoriti e premiati.
Ma tant’è, sono le brillanti intuizioni dei nostri geni del diritto del lavoro.