Ogni anno la lista dei femminicidi è un vero e proprio bollettino di guerra, senza contare le violenze perpetrate per anni su migliaia di donne che non trovano il coraggio di denunciare e le discriminazioni subite sul lavoro, in famiglia, nella propria stessa casa.
La strada da fare per equiparare, non solo sulla carta, uomini e donne è ancora lunghissima, eppure ci sono ancora paesi che, anziché in avanti, fanno passi indietro.
Lunedì il governo di Varsavia comincerà il processo di disdetta della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica: lo ha annunciato il ministro guardasigilli Zbigniew Ziobro.
In conferenza stampa, Ziobro ha spiegato che secondo lui la Convenzione, varata nel 2011 e firmata dalla Polonia un anno dopo, contiene “concetti ideologici” non condivisi dall’attuale esecutivo polacco, fra cui quello sul sesso “socio-culturale” in opposizione al sesso “biologico”.
Per il ministro la legge polacca in vigore tutela “in modo esemplare” i diritti delle donne e risponde così a tutte le esigenze imposte dalla convenzione di Istanbul.