Vaiolo delle scimmie torna a far paura in Gran Bretagna

Antonio Capobianco

Il vaiolo è una malattia altamente contagiosa, causata da un Orthopoxvirus.

Si tratta di una grave malattia contagiosa, che si trasmette cioè da un soggetto all’altro; i sintomi principali consistono in febbre e rash cutaneo, caratteristico e progressivo, con una mortalità media pari a circa il 30% e responsabile della comparsa di cicatrici permanenti su vaste aree del corpo, spesso volto compreso. In alcuni casi il virus si è reso responsabile di cecità permanente.

Più nello specifico, il vaiolo si manifesta con una caratteristica eruzione esantematica maculo-papulare, che compare su volto e braccia prima di diffondersi rapidamente a tronco e gambe. Anche la mucosa orofaringea è colpita da lesioni che si ulcerano rapidamente. Dopo 1-2 giorni, le lesioni cutanee evolvono in stadi successivi diventando prima vescicolari, poi pustolose. Dopo 8 o 9 giorni, le pustole diventano croste, che cadono lasciando gravi cicatrici crateriformi.

Il decesso sopraggiunge per la risposta infiammatoria massiva, responsabile di shock e insufficienza multiorgano.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato eradicata l’infezione naturale: nessun caso di vaiolo si è verificato dal 1977, per via della vaccinazione applicata su scala mondiale.

Data l’eradicazione  della malattia, la vaccinazione obbligatoria è stata sospesa a partire dagli anni ’70 e ’80 in tutti i Paesi. In Italia, la vaccinazione è stata sospesa nel 1977 e definitivamente abrogata nel 1981.

Purtroppo però esiste anche una variabile di questo temibile virus, che proprio in queste ore è tornata a far paura in Gran Bretagna.

La malattia chiamata vaiolo delle scimmie, trasmessa dall’agente patogeno del genere Orthopoxvirus, famiglia Poxviridae, fu osservata per la prima volta nel 1958 nelle scimmie da laboratorio.

Il virus colpisce soprattutto scoiattoli, ratti e topi, e può essere trasmesso anche agli esseri umani, dagli animali infetti, attraverso uno stretto contatto con sangue o morsi.

È anche possibile la trasmissione interumana del virus: lo si sospettava in base a una epidemia scoppiata. Nel 1997 nella provincia del Kasai Orientale (Repubblica Democratica del Congo) ed è poi stato confermato da uno studio epidemiologico ad hoc. Altre epidemie sporadiche si sono registrate in Repubblica Centrafricana nel 2016 e 2016. In Nigeria dallo scorso anno si sono registrati 89 casi in tutto il Paese: sei non sono riuscite a sopravvivere.

Il virus si manifesta con febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, linfonodi ingrossati, brividi e stanchezza, in un secondo momento compaiono le prime bolle sul viso e poi sul resto del corpo.

Per fortuna questa variante è meno letale: i casi di mortalità variano dall’1 al 10%.

E, in queste ore, fonti ufficiali del ministero della Salute hanno rivelato che un caso di vaiolo delle scimmie è stato riscontrato in Gran Bretagna. Si tratta del primo contagio mai registrato nel Paese.

Le autorità mediche ritengono che il paziente abbia contratto il virus in Nigeria, prima di imbarcarsi,  ed è ricoverato da sabato presso l’unità infettiva del Royal Free Hospital a Londra.

Una cinquantina di passeggeri a bordo del volo sono stati contattati e invitati a un monitoraggio attento delle loro condizioni di salute.

Per ora comunque il ministero della salute ha fatto sapere che non c’è nessuna allerta. I medici che hanno in cura l’ufficiale hanno infatti precisato: «Non si diffonde facilmente tra le persone e il rischio di trasmissione al grande pubblico è molto basso. Stiamo utilizzando severe procedure di isolamento in ospedale per proteggere il nostro personale e i pazienti».

Non esiste alcuna forma di vaccino attualmente, ma alcune varietà sono allo studio.

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