Da quando sono stati resi obbligatori per legge, più che mai non si fa che parlare di vaccini: la legge infatti prevede che, per essere ammessi a scuola, bisogna essere in regola con gli obblighi vaccinali, ma non tutti i genitori sono d’accordo.
Un dissenso manifestato per strada, su cartelloni comparsi persino su autobus e tram, ma soprattutto sui social, dove i no vax sono particolarmente attivi.
Alcune argomentazioni che portano avanti possono sembrare anche sensate, ma gli esperti ci tengono a sottolineare che nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di bufale: i vaccini, come qualsiasi cosa al mondo, non sono sicuri al 100%, ma allo stesso tempo non farli espone a un rischio ben più concreto, reale e grave, per se e per gli altri, di eventuali controindicazioni.
Proprio per sensibilizzare su questa importante tematica, e per spingere tutti ad aprire gli occhi e prendere con le pinze le informazioni da cui si viene sommersi ogni giorno, è stata organizzata una giornata che si svolgerà nelle principali Università italiane, nei prossimi giorni, dedicata ai ragazzi degli ultimi due anni delle scuole superiori per affrontare il tema delle vaccinazioni sulla base delle evidenze scientifiche di cui disponiamo oggi.
È la Giornata nazionale UniVax promossa dalla Società Italiana di Immunologia, Immunologia Clinica e Allergologia (SIICA), che ha pensato a una sorta di “vaccinazione” contro l’epidemia di fake news sui vaccini. Il farmaco da somministrare in questo caso, afferma la società scientifica, è una discussione libera ma scientificamente informata sull’argomento.
Univax, giornata dedicata a combattere le bufale sui vaccini
Gli esperti (immunologi, infettivologi, igienisti, microbiologi) incontrano i ragazzi per parlare di come funzionano i vaccini, quali vantaggi danno e quali rischi comportano, del perché vanno somministrati e a chi, ma anche per ascoltare i dubbi degli studenti e rispondere alle loro domande.
“UniVax Day – dice Angela Santoni, presidente della SIICA – avrà una cadenza annuale e si svolgerà in contemporanea e con un programma analogo in vari Atenei italiani. Lo scopo è rendere i giovani più consapevoli dell’efficacia e dei rischi delle vaccinazioni, riportando il tema all’interno di un discorso scientifico ed evitando che diventi un problema ideologico o politico”.
L’UniVax Day 2018 si svolgerà il 16 Febbraio all’Università Sapienza di Roma e alle Università di Genova, Brescia, Torino, Verona, Udine, Firenze, Catanzaro, Palermo. Il 15 Febbraio all’Università di Messina, il 21 all’Università di Ancona. A Milano due appuntamenti: il 21 all’Humanitas University e il 23 all’Università degli Studi. Si prevede che parteciperanno circa 5.000 studenti.
Ricordiamo che, storicamente, in Europa, l’obbligo vaccinale è nato all’inizio dell’Ottocento, con la diffusione della vaccinazione contro il vaiolo.
Tutti i 29 paesi includono il vaccino contro la difterite, l’epatite B, l’Hib, l’influenza, il MMR, la pertosse, la polio e il tetano nei loro programmi vaccinali. In totale, 28 paesi includono la vaccinazione contro la malattia invasiva pneumococcica tra quelle raccomandate, alcuni Paesi solo per bambini, mentre altri anche per adulti o gruppi a rischio. La maggior parte delle altre vaccinazioni (contro l’epatite A, l’HPV, le malattie invasive causate da meningococco C, tubercolosi e varicella) sono prese in considerazione da almeno 20 Paesi. Un’eccezione riguarda la vaccinazione contro il rotavirus, che è inclusa nel programma nazionale di immunizzazione in 9 dei 29 paesi presi in considerazione. Sono 15 i Paesi europei che non hanno vaccinazioni obbligatorie, mentre i restanti 14 Paesi hanno almeno una vaccinazione obbligatoria inclusa nel loro programma vaccinale.
In Italia, negli anni sono diventate obbligatorie le vaccinazioni contro la difterite (1939), la poliomielite (1966), il tetano (1968) e l’epatite B (1991). Ora, con l’ultimo decreto, sono salite a 12 le vaccinazioni obbligatorie.