Secondo il ministro Angelino Alfano “le Unioni Civili sono un nuovo istituto”.
A fronte del monito del Cardinale Bagnasco sull’identità di fatto fra matrimonio e Unione Civili, così ha replicato il ministro degli Interni.
Il monito del Presidente della CEI prosegue invitando a “mettere in agenda il tema del sostegno alla famiglia, senza perdere energie in altro”.
Il che, tradotto dal linguaggio ecclesiastico a uno più prosaico ma forse più facilmente intelligibile, vuol dire che soldi e agevolazioni, se devono essere dati, vanno dati solo alle famiglie regolari, cioè di coppie sposate, e non in favore di altri tipi di unioni.
E poi un ulteriore monito sull’utero in affitto, questione che peraltro non è presente nella legge sulle unioni civili.
Insomma, da duemila anni da Oltretevere non si fa altro che ammonire. Anche stavolta Bagnasco, detentore ultimo dei profili morali che più morali non si può del Paese, non si smentisce. E alza il cartellino giallo per diverse volte.
Così va il mondo dalle parti della CEI, le cui posizioni però, sempre più spesso, bisogna ammetterlo, non coincidono perfettamente con quelle della soglia più alta che sta dentro il Cupolone.
Questione di modernità di visione del mondo? Anche.