In Italia i tumori infantili sono in preoccupante aumento a causa dell’inquinamento dell’aria.
Uno dei più grossi problemi del nuovo millennio è senza dubbio quello dell’inquinamento atmosferico. Un problema trascurato per troppo tempo e, come al solito, ci si accorge della gravità solo quando ha prodotto o sta per produrre danni irreparabili.
E intanto molti danni l’inquinamento li ha fatti, eccome. C’è un danno sotto gli occhi ormai di tutti, ed è quello del cosiddetto effetto serra. Si era sempre pensato all’inquinamento dell’aria in termini di problematiche respiratorie e simili, per quel che riguarda la salute dell’uomo; e non si è tenuto in giusta considerazione l’aumento globale medio della temperatura.
Un errore grave, al quale con molta difficoltà stiamo cercando di porre rimedio. Il cosiddetto effetto serra è venuto fuori sempre con maggiore chiarezza proprio a causa delle emissioni di gas nocivi, in primo luogo dell’anidride carbonica. Sembra che ormai non ci siano dubbi sull’incidenza dell’inquinamento atmosferico sulle temperature. Il problema è solo quantitativo: cercare di sapere quanto, in effetti, il surriscaldamento dell’aria sia dovuto proprio ai gas inquinanti emessi soprattutto dalle industrie e dagli scarichi delle automobili e simili.
E’ anche provato che fasi di riscaldamento del pianeta si sono verificate nel corso della vita del nostro pianeta. Tuttavia non abbiamo studi sufficienti sul lungo periodo per capire meglio se e quanto questa fase di aumento delle temperature sia dovuta a un fatto, per così dire, fisiologico. Dall’altra parte, abbiamo raccolto dati sufficienti per capire e stabilire che l’aria inquinata comunque determina, proprio per l’effetto serra di cui parlavamo prima, gli incrementi delle temperature stesse.
Se solo diamo un’occhiata alla televisione e ci capita di guardare quello che succede in certe città della Cina, capiamo che qualcosa di profondo deve cambiare: gente che cammina o addirittura fa footing nei parchi con la mascherina antismog. Per un verso è ridicolo, per l’altro è semplicemente inquietante. La diminuzione delle emissioni nocive è l’obiettivo che l’intera comunità internazionale si è posta negli ultimi decenni. Speriamo si raggiungano presto i risultati sperati.
Anche perché, e questa è l’altra faccia del problema, c’è anche la questione salute in senso più stretto e immediato. In un recente convegno alla Camera dei Deputati, si è costatato che nelle zone più inquinate aumentano le malattie oncologiche, e contemporaneamente sale l’incidenza fra i più giovani. Si potrebbe dire che nel nostro Paese c’è un’emergenza inquinamento e un’emergenza tumori al contempo.
Nel convegno Emergenza cancro, fattori ambientali modificabili e stili di vita non corretti, si è parlato proprio di questi argomenti. A organizzare il convegno è stata la Società Italiana di Medicina Ambientale in collaborazione con Confassociazioni Ambiente. I dati sono preoccupanti. Due anni fa il Ministero della Salute aveva elaborato una mappa con le zone più a rischio presenti in Italia.
In queste aree c’è stato un incremento delle malattie oncologiche fino al 90% in solo 10 anni. I tumori più diffusi sono il cancro alla mammella, il tumore alla tiroide, e il mesotelioma: tutte patologie legate in particolar modo alla presenza di diossina, amianto, petrolio, policlorobifenili, mercurio. Purtroppo, altro dato molto preoccupante è che queste patologie tumorali dovute all’inquinamento colpiscono soprattutto i più piccoli.
Per porre riparo al problema, a detta degli scienziati, si deve agire in fretta e su più fronti. Ernesto Burgio, dell’European Cancer and Environment Research Insistute, afferma: “Generalmente si pensa al cancro come a una malattia della terza età e si sostiene che il trend continuo di incremento di tumori nel corso del XX secolo in tutti i Paesi industrializzati possa essere spiegato mediante la teoria dell’accumulo progressivo di lesioni genetiche stocastiche e il miglioramento continuo delle nostre capacità diagnostiche”.
“In genere si afferma che i tumori infantili sono una patologia rara. È opportuno però ricordare come, in termini assoluti, uno su 5-600 nuovi nati si ammalerà di cancro prima del compimento del quindicesimo anno d’età; come, nonostante i significativi miglioramenti prognostici degli ultimi decenni, il cancro rappresenti la prima causa di morte per malattia nei bambini che hanno superato l’anno d’età; come anche in questa fascia d’età, a partire dagli anni 1980-90, si sia assistito a un aumento significativo della patologia tumorale”.