Ad oggi prima causa di morte nel mondo e prima causa soprattutto di morte evitabile, il consumo di tabacco ha cominciato a diffondersi in Europa soltanto dopo la scoperta dell’America (1492).
Il tabagismo è responsabile di danni a numerosi organi e tessuti del corpo umano. Del resto, la combustione di una sigaretta produce circa 4000 sostanze, molte delle quali sono tossiche/irritanti o cancerogene.
La nicotina, in primis, oltre alla dipendenza, determina un aumento della pressione arteriosa e cardiaca. Questa sostanza fa in modo che col tempo l’individuo diventi sempre più dipendente dalle sigarette, tanto che alla fine non riesce più a farne a meno.
Il tabagismo è quindi una dipendenza che, similarmente ad altre dipendenze da droghe pesanti o da alcool, basa il comportamento compulsivo di continua ricerca della sigaretta per stimolare i circuiti cerebrali che, comuni a tutte le dipendenze, attivano la produzione di dopamina. Ogni dipendenza si basa sempre sullo stesso meccanismo di associazione tra un comportamento, quale fumare o bere alcool, ed una gratificazione biochimica.
Tumori e tabagismo nuovo rincaro delle sigarette
Tra le sostanze irritanti presenti nel fumo, si ricordano, l’acido cianidrico, acroleina, formaldeide e ammoniaca: queste causano danni immediati alla mucosa delle vie respiratorie. Inoltre, l’azione irritante provoca tosse, eccesso di muco, bronchite cronica, enfisema.
Il monossido di carbonio, inoltre, si lega all’emoglobina, riducendo la sua capacità di trasportare l’ossigeno.
Ma soprattutto il fumo aumenta il rischio di molti tipi di tumore; a rischio sono prima di tutto le vie respiratorie in quanto direttamente esposte al fumo. Nei fumatori il carcinoma polmonare ha una frequenza 20 volte superiore a quella riscontrata nei non fumatori. Alto è anche il rischio di tumore al rene e alla vescica, in quanto le sostanze cancerogene del tabacco sono eliminate attraverso i reni e ristagnano con l’urina nella vescica.
Proprio questa correlazione ha portato alla formulazione di una nuova proposta di legge che sta tenendo banco in questi giorni: più tasse sulle sigarette per garantire maggiori fondi ai farmaci oncologici.
La misura, contenuta in un emendamento alla nuova manovra di bilancio, potrebbe portare nelle casse dello Stato circa 600 milioni, da destinare alle cure palliative e soprattutto al fondo per i medicinali per il cancro. La proposta prevede in particolare l’aumento di un centesimo per ciascuna sigaretta, che potrebbe dunque far aumentare di 20 centesimi il costo di un pacchetto.
L’ emendamento, prima firma di Emilia De Biasi (Pd), è fortemente sostenuto anche da Alternativa Popolare (Ap) che, in conferenza stampa per presentare il suo pacchetto di proposte, ha sottolineato su questo tema tramite la capogruppo Laura Bianconi: «Siamo felici di passare per quelli che aumentano le tasse».
Secondo le stime fornite da Aiom, in 10 anni il prezzo dei farmaci antitumorali è duplicato, passando mediamente da 4.500 dollari a più di 10mila al mese, e le tasse devono riuscire in qualche modo a compensare l’ammanco.
L’aumento del prezzo delle sigarette è stato più volte richiesto anche dall’Organizzazione Mondiale di Sanità, che ha recentemente ricordato come aumentare il costo del tabacco sia una misura efficace per far risparmiare agli Stati «miliardi di dollari e salvare milioni di vite».
Già nel marzo 2016 l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) aveva avanzato la richiesta di un Fondo Nazionale per l’Oncologia, da realizzare recuperando un centesimo per ogni sigaretta venduta in Italia e finanziando così, con il gettito derivante dal tabacco, un fondo dedicato a sostenere le spese dei nuovi medicinali antitumorali. La proposta aveva raccolto consensi trasversali, dall’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) ai clinici, dai rappresentati delle istituzioni a quelli dei pazienti.