Tubercolosi, due nuovi casi in un liceo in Lombardia

Antonio Capobianco

La tubercolosi o tisi o poriformalicosi, in sigla TBC, è una malattia infettiva causata da vari ceppi di micobatteri, in particolare dal Mycobacterium tuberculosis, chiamato anche Bacillo di Koch.

La forma più diffusa è senza dubbio la tubercolosi polmonare, ma può interessare anche altri organi. In questo caso, si parla di tubercolosi extrapolmonare, un’infezione che può colpire varie parti del corpo.

Il contagio può avvenire per trasmissione da un individuo malato, tramite saliva, starnuto o colpo di tosse. Per trasmettere l’infezione bastano pochissimi bacilli anche se non necessariamente tutte le persone contagiate dai batteri della Tb si ammalano subito. Il sistema immunitario, infatti, può far fronte all’infezione e il batterio può rimanere quiescente per anni, pronto a sviluppare la malattia al primo abbassamento delle difese.

I sintomi classici sono una tosse cronica con espettorato striato di sangue, febbre di rado elevata, sudorazione notturna e perdita di peso. L’infezione di altri organi provoca una vasta gamma di sintomi. La diagnosi si basa sull’esame radiologico (comunemente una radiografia del torace), un test cutaneo alla tubercolina, esami del sangue e l’esame microscopico e coltura microbiologica dei fluidi corporei.

Fino alla metà del secolo scorso non esistevano terapie efficaci contro il batterio, una lacuna scientifica che per fortuna è stato ampiamente colmata: oggi la tubercolosi, nella maggior parte dei casi, può essere curata mediante la somministrazione di antibiotici.

Tubercolosi, due nuovi casi in un liceo in Lombardia

Tubercolosi due nuovi casi in un liceo in Lombardia

I farmaci utilizzati sono l’isoniazide, la rifampicina, la pirazinamide, la streptomicina e l’etambutolo, combinati tra loro in modo differente a seconda delle specifiche condizioni cliniche del paziente.
La terapia è molto lunga: può durare dai 6 ai 24 mesi, e deve essere applicata scrupolosamente, prestando molta attenzione alle indicazioni dei medici riguardo alle dosi e al numero di somministrazioni.

Una delle più temute malattie del XIX secolo, la tubercolosi fu l’ottava causa maggiore di morte infantile tra 1 e 4 anni nel corso del 1920. Con il miglioramento del tenore di vita e dell’assistenza sanitaria l’incidenza della TBC diminuì, almeno in occidente, e dal 1960 non figura più nemmeno tra le prime 10 cause di morte nei gruppi di bambini di qualsiasi età.

Ogni anno la tubercolosi però uccide ancora circa due milioni di persone, concentrate soprattutto nei Paesi in via di sviluppo; l’OMS stima che circa un terzo della popolazione mondiale sia attualmente infetta da TBC.

In più, recentemente la tubercolosi ha segnato un inaspettato ritorno negli Stati Uniti e nel resto del mondo occidentale, Italia compresa.

Proprio in queste ore sono stati registrati due nuovi casi di contagio in Lombardia.

Nello specifico, secondo quanto reso noto nell’hinterland di Varese due studenti, nonché amici che frequentano la stessa scuola superiore, hanno manifestato i sintomi della tubercolosi. Subito dopo la scoperta per i due protagonisti di questa storia sono partiti immediatamente una serie di controlli seguiti secondo le normative protocolli ministeriali e regionali vigenti ASST Valle Olona.

Indagini hanno riguardato i familiari stretti e la cerchia degli amici e dei compagni di sport. Un’indagine che ha coinvolto circa 50 persone. Test tubercolotici sono stati eseguiti anche su compagni e insegnanti delle due classi scolastiche direttamente interessate: circa 45 studenti e 25 docenti.

Art Insubria specifica che i soggetti sottoposti a test di Mantoux che risultassero positivi e venissero eventualmente posti in terapia preventiva non sono di norma caratterizzati da contagiosità e dunque, in assenza di diverse indicazioni mediche specifiche, potranno regolarmente continuare a frequentare la scuola senza rischi per la collettività.

Non sono stati necessari particolari interventi di disinfezione degli ambienti scolastici per i quali sono sufficienti, oltre ad una frequente aerazione, le ordinarie misure di igiene ambientale. I medici i famiglia del territorio sono stati debitamente informati e collaboreranno per la sorveglianza sanitaria dell’intera comunità.

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