A Taiwan è stata eletta per la prima volta nella storia dell’isola una presidente donna.
Si tratta della candidata del Partito Democratico Progressista, il Dpp, la famosa Tsai Ing-Wen. La signora ha vinto le elezioni presidenziali.
Sostanzialmente la signora aveva un unico avversario, il temibile conservatore e nazionalista Eric Chu Li Lun, proveniente dal Kuomintang.
Eric Chu Li Lun ha comunque correttamente ammesso la sconfitta, come si conviene a un vero uomo politico.
Lo scontro principale fra i due contendenti era sull’indipendenza di Taiwan dalla Cina, vecchia e mai risolta questione che si trascina da decenni.
Tsai Ing-Wen è favorevole all’indipendenza e ha vinto con una maggioranza decisamente importante, il 60% degli elettori.
Ne è uscito molto rafforzato ovviamente il proprio partito riformista e progressista, vicino idealmente alle posizioni politiche di un partito socialista di stampo europeo.
Ma purtroppo l’altra faccia della medaglia è data dal fatto che la Cina, con la propria dirigenza, è tutt’altro che favorevole all’elezione di questa donna.
Ma tant’è, c’è poco da fare. Gli elementi di democrazia stanno percorrendo vaste plaghe dell’Asia, anche orientale, laddove sembrava che alcuni regimi, compreso quello cinese, dovessero perpetuarsi per sempre con le loro forti venature antidemocratiche.
A Taiwan, e forse anche in Cina, però, probabilmente qualcosa sta cambiando.