Strage in Bangladesh, gli assassini non erano dell’Isis

Antonio Capobianco

Strage in Bangladesh, gli assassini non erano dell'IsisStrage in Bangladesh, gli assassini non erano dell’Isis.

Un comunicato del governo di Dacca afferma che gli autori della strage erano tutti giovani, altamente istruiti e provenienti da famiglie bengalesi benestanti, dove diventare miliziani è una moda.

Queste le parole del Ministro degli Interni Asaduzzaman Khan. Secondo lo stesso “i giovani erano membri del gruppo Jihadista bengalese Jumatul Mujahedeen Bangladesh. L’organizzazione era stata dichiarata fuorilegge già dieci anni fa”.

La cosa è molto inquietante, perché vuol dire che il terrorismo non attecchisce solo negli strati più poveri, meno istruiti e comunque più in difficoltà delle popolazioni.

L’Islam attecchisce, col suo carico di violenza estrema, anche nelle fasce di popolazione benestante, in quella che si potrebbe chiamare, anche se impropriamente, borghesia.

D’altro canto, anche i finanziamenti ai vari gruppi terroristi islamici nel mondo arrivano, come noto, da ricche famiglie e gruppi di potere, soprattutto sauditi.

Questo vuol dire che l’odio e la violenza hanno la loro origine nella religione e nei suoi precetti, che possono attecchire, in maniera differenziata, in vario modo e operare su diversi strati sociali. L’equazione povertà che genera il terrorismo non regge. Il minimo comun denominatore è la religione.

L’aberrazione è il precetto religioso che, applicato alla lettera, porta alla morte e all’odio, questa è la pura e semplice verità.

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