Sentenza storica della Cassazione, rubare per fame non è reato

Antonio Capobianco

Sentenza storica della Corte di Cassazione, rubare per fame non è reato.

Sentenza storica della Cassazione rubare per fame non è reato

Riformando la sentenza di condanna della Corte di Appello di Genova, dichiarando che “il fatto non costituisce reato”, la Suprema Corte di Cassazione così ha motivato: “Non è punibile chi, spinto dal bisogno, ruba al supermercato piccole quantità di cibo per far fronte alla imprescindibile esigenza di alimentarsi”.

L’oggetto del furto era un pacchetto di wurstel del valore di 4 euro, furto commesso da un giovane senza fissa dimora, un clochard di nome Roman Ostriakov.

Roman era stato notato da un cliente del supermercato e bloccato prima dell’uscita. Da lì la denuncia e il fermo.

La sentenza di condanna inflitta in appello il 12 febbraio del 2015 è stata annullata senza rinvio, il che vuol dire che non può essere più sottoposta a giudizio alcuno. E’ definitiva.

Il collegio degli ermellini era presieduto dal dott. Maurizio Fumo, mentre il relatore era la dottoressa Francesca Morelli. Peraltro, la stessa Procura della Corte di Cassazione aveva chiesto l’annullamento senza rinvio della Corte di Appello di Genova.

Una decisione, giusta, pertinente, che dimostra che nel mare magnum dell’aridità giuridica c’è posto ancora per un concetto e un’idea che hanno informato per secoli il mondo occidentale: si chiama umanità.

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