Scoperto il primo buco nero solitario che viaggia nell’universo: la straordinaria osservazione

Antonio Capobianco

Per la prima volta nella storia, gli scienziati hanno individuato un buco nero solitario che sfreccia attraverso l’universo senza alcun oggetto nelle sue vicinanze. Una scoperta straordinaria che conferma teorie ipotizzate da tempo, ma mai prima d’ora verificate direttamente.

Scoperto il primo buco nero solitario che viaggia ne universo

Un buco nero invisibile ma rilevabile

I buchi neri sono famosi per la loro invisibilità: la loro forza gravitazionale è così intensa che nemmeno la luce riesce a sfuggirvi. Normalmente, gli astronomi riescono a individuarli osservando l’interazione con stelle o materia circostante che viene “inghiottita”. Tuttavia, il buco nero appena scoperto si muove completamente isolato nello spazio, rendendolo ancora più difficile da rilevare.

Come è stato possibile allora scoprire la sua presenza? Gli scienziati hanno sfruttato un fenomeno noto come microlente gravitazionale. La massa del buco nero ha distorto la luce proveniente da galassie situate molto più lontano, creando un effetto simile a quello di una lente che concentra la luce in un altro punto.

Caratteristiche del buco nero solitario

Analizzando l’effetto di microlente gravitazionale, gli astronomi sono riusciti a calcolare che il buco nero si trova a circa 5.000 anni luce dalla Terra e possiede una massa oltre sette volte quella del nostro Sole.

La ricerca, pubblicata sulla rivista The Astrophysical Journal, conferma che non ci sono oggetti significativi nelle immediate vicinanze del buco nero. “Immediate vicinanze” significa, in questo caso, un’area ampia circa duemila volte la distanza tra la Terra e il Sole. Gli scienziati escludono la presenza di corpi celesti di almeno un quinto della massa solare, confermando così l’isolamento completo del buco nero.

Una scoperta che cambia la comprensione dell’universo

Questa osservazione diretta di un buco nero in volo solitario apre nuovi scenari per l’astrofisica. Non solo conferma l’esistenza di buchi neri erranti teorizzati da tempo, ma offre anche nuove opportunità per studiare questi oggetti estremi senza le interferenze dovute a materia circostante.

Gli scienziati continueranno a monitorare il fenomeno, utilizzando strumenti sempre più precisi, per cercare altri esempi di buchi neri isolati e migliorare la nostra comprensione dell’evoluzione dell’universo.

Next Post

Alimenti ultraprocessati: lo studio che collega il loro consumo a morti premature in tutto il mondo

Un nuovo studio pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine lancia un serio allarme sulla salute pubblica globale: il consumo di alimenti ultraprocessati (UPF) è associato a un significativo aumento delle morti premature. Secondo i dati analizzati in otto Paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Brasile, fino al 14% […]
Alimenti ultraprocessati lo studio che collega il loro consumo a morti premature in tutto il mondo