E’ polemica sulle posizioni di Rocco Hunt, il rapper di Sanremo, dopo le sue esternazioni.
Dopo Sanremo, col sua carico di bellezze, brutture, polemiche e quant’altro, cominciano le discussioni del dopo, immancabili dopo i tormentoni musicali e non solo che si accavallano l’uno all’altro.
Così, fra spettacolo, giornalismo, gossip, e chi più ne ha più ne metta, esce fuori il rapper Rocco Hunt, il quale viene accusato dal giornalista Klaus Davi, di essere poco grato all’operato di magistrati e politici.
Ammesso che un ragazzino di 21 anni possa e sappia rispondere a un’accusa del genere, il rapper ha ribattuto combattivo: “La mia canzone parla alla gente, e la gente ha capito con onestà il mio messaggio. Dico cose dure, lo so, ma necessarie”.
“Parlo di lavoro e di mala-politica. Il testo dice già tutto, ognuno interpreta e trae conclusioni. Non penso di aver detto bugie, sono portavoce di un malessere galoppante”.
“Sono felice – continua Rocco – del nono posto fra i Campioni. Nessuno tra i campioni sta ottenendo tali riscontri, che orgoglio. Non rallento, ora devo insistere di più”.
Parole semplici, pure troppo, forse troppo. Parole da rapper, presuntamente impegnate, ma in realtà senza succo, di una banalità sconcertante anche per un giovane di 21 anni.
Tuttavia, questo giovane piace. Non a caso, almeno per il momento, con il video del brano “Wake Up” è l’artista dell’ultimo Festival che può vantare su YouTube il maggior numero di visualizzazioni.