Nelle ultime settimane il mondo intero sta alzando la testa, tenuta troppo tempo sotto la sabbia, guardando in faccia la cruda realtà: il razzismo è ben lungi dall’essere sconfitto.
E la situazione è drammatica soprattutto negli Usa e contro la comunità nera: da quanto sta emergendo, non è affatto raro che la polizia usi violenza ed arrivi ad uccidere solo sulla base del colore della palla.
Ma, come purtroppo noto, l’America ha una storia lunga che si è sempre intrecciata con la questione “nera”: come non far riferimento alle leggi Jim Crow?
Le leggi Jim Crow furono delle leggi locali e dei singoli stati degli Stati Uniti d’America emanate tra il 1876 e il 1964, che servirono a creare e mantenere la segregazione razziale in tutti i servizi pubblici, istituendo uno status definito di “separati ma uguali” per i neri americani e per i membri di altri gruppi razziali diversi dai bianchi.
La separazione fu attuata nelle scuole, nei luoghi pubblici, sui mezzi di trasporto, nei bagni dei ristoranti, e aveva anche il preciso obiettivo di ostacolare l’esercizio del diritto di voto a chi apparteneva a queste comunità.
Queste leggi discriminatorie negavano ai neri i loro diritti, li sottoponevano all’umiliazione pubblica e perpetuavano la loro emarginazione economica ed educativa.
Sebbene dichiarate incostituzionali già nel 1954, solo un decennio dopo il Civil Rights Act del 1964 e il Voting Rights Act del 1965 eliminarono definitivamente le Leggi Jim Crow.