Entro il 2020 arriveranno in Europa 50 milioni di profughi climatici.
Non bastavano i profughi in fuga dalle guerre, dalle carestie, dalla povertà, dal terrorismo. Ora l’esodo dipenderà anche dalle condizioni climatiche.
Arriveranno profughi soprattutto provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente, a causa del clima che nei prossimi decenni tenderà al peggioramento per l’eccessivo surriscaldamento dell’atmosfera terrestre e conseguente desertificazione.
Gli studiosi dell’Istituto Max Planck stimano che anche se l’aumento della temperatura globale dovesse essere contenuto entro i due gradi, come dicono le previsioni, nella zona del Medio Oriente e del Nord Africa, l’incremento sarebbe di circa 4 gradi.
Addirittura si calcola che di notte in queste zone il termometro potrebbe non scendere mai sotto i 30 gradi, e di giorno raggiungerebbe facilmente i 46 gradi, fino a giungere a punte di 50 gradi.
Ma c’è anche il problema delle tempeste di sabbia che renderanno l’aria sempre più satura di polveri sottili. Si stima che dall’inizio del secolo la presenza di polveri del deserto in zone come Arabia Saudita, Siria e Iraq, sia aumentata del 70%.
Tutto ciò porterà a un peggioramento complessivo significativo delle condizioni di vita, tale da rendere alcune zone praticamente inabitabili.