Negli ultimi giorni abbiamo avuto modo di parlare di smog, di tumori, persino di meningite: una miriade di cause di morte che flagellano il mondo e che, con più attenzione e soprattutto più informazione e prevenzione, potrebbero essere massicciamente limitate.
Ed un’altra malattia, spesso sottovalutata e che uccide fin troppo ancora oggi, è la polmonite.
La polmonite è una malattia infiammatoria che colpisce uno o ambedue i polmoni. Molti microrganismi, come batteri, virus e funghi, possono causare la polmonite, ma può anche dipendere dall’inalazione di un liquido o di un agente chimico.
I soggetti più a rischio sono gli adulti oltre i 65 anni e i bambini sotto i 2 anni di età, oppure le persone già affette da problemi di salute.
La sintomatologia può variare da lieve a grave, ed è il medico che pone la diagnosi in base all’anamnesi, all’esame obiettivo e agli esami di laboratorio.
La diagnosi di polmonite viene posta esaminando le radiografie del torace, i sintomi e talvolta l’espettorato del paziente. Il trattamento medico dipende dalle cause di origine della malattia; nelle polmoniti batteriche, ad esempio, si utilizzano gli antibiotici, mentre in quelle virali è spesso sufficiente il semplice riposo per qualche giorno.
Il medico però è fondamentale anche per la prevenzione: i vaccini antinfluenzale e antipneumococcico sono due presidi fondamentali sia negli adulti sia nei bambini.
Polmonite malattia mortale da non sottovalutare
Proprio per informare e sensibilizzare su questa insidiosa patologia è stata istituita una giornata mondiale, che cade in Italia proprio oggi.
La polmonite del resto, è ancora oggi la principale malattia killer dei bambini sotto i 5 anni, a livello mondiale. Sono circa 6,9 milioni le vittime infantili che ogni anno muoiono per malattie curabili e cause prevenibili.
Di questi – secondo i dati Unicef – il 18 per cento perde la vita proprio a causa della polmonite. In Europa si stimano 3 milioni di casi di polmonite l’anno. Nel 2013 sono stati oltre 120.000 i decessi, di cui 9 mila in Italia. In Italia solo il 5 per cento si vaccina.
Ad aggravare la situazione, il fatto che il rischio percepito è particolarmente basso: una persona su sei – il 16 per cento – crede che “la polmonite non colpisce le persone sane e in forma”.
Dal 2009, anno dell’istituzione di questa giornata, si incoraggiano quindi le organizzazioni a cercare un modo per debellare il problema attraverso iniziative che, aumentando la consapevolezza, favoriscono azioni di prevenzione e vaccinazione.
Una di queste è quella promossa dall’organizzazione Medici senza Frontiere che, dal 2015, ha dato il via alla campagna “a Fair shot” per incentivare le aziende farmaceutiche a ridurre il prezzo del vaccino a 5 dollari.
L’Alleanza Italiana per l’invecchiamento attivo HappyAgeing ha invece lanciato “Io ci vado”, una campagna di vaccinazione gratuita contro la polmonite dedicata a tutti gli over 65, con il dichiarato scopo di diminuire i rischi di contrarre l’infiammazione.
Ricordiamo che, come ripetono gli esperti, soprattutto nell’anziano, a causa della scarsa efficienze delle difese immunitarie, associata sia a un fisiologico calo funzionale dell’età, ma anche alla presenza di patologie che lo indeboliscono come quelle cardiovascolari, respiratorie, al diabete, all’assunzione in maniera cronica di farmaci quali i cortisonici, il Pneumococco arriva ad essere responsabile di circa il 60% delle polmoniti e un anziano su tre non è consapevole che di polmonite, purtroppo, si può morire.