Arriva nelle sale italiane Point Break, il remake del film cult del 91 in cui tutto si gioca sui brividi dello sport estremo.
Esattamente 25 anni fa Patrick Swayze e Keanu Reeves, protagonisti del capolavoro di Kathryn Bigelow, ci tennero incollati allo schermo fino all’ultima “onda perfetta”.
Il Point Break del 1991 fu un film molto amato perché giocato non solo sulla spettacolarità delle immagini. Ericson Core ci prova a bissare quel successo e ripropone un remake del film di Bifelow.
Un’idea che, a dire il vero, ci lascia un po’ scettici: quando si tenta di superare il massimo, si rischia di strafare. E, le forzature nel mondo del cinema non pagano quasi mai.
Infatti, da poliziesco originale e intrigante, il Point Break di Core sembra di essersi trasformato in un action-movie in cui il protagonista assoluto è lo sport estremo.
Perciò, non è errato affermare che questo remake ha ben poco a che vedere con il primo film. Hanno in comune solo il titolo e qualche nome, per il resto è un altro film.
Johnny Utah (Luke Bracy) sa raffinato poliziotto si è trasformato un “esperto” di sport estremi. Flashforward ora è diventato un avvocato che vuole arruolarsi entrare nella FB.
I ladri surfisti, sono criminali che si lanciano da un grattacielo dopo aver rapinato un centro di smistamento di diamanti grezzi. Johnny si convince che i criminali siano esperti di sport estremi che stanno cercando di eseguire otto prove folli, concepite da un famoso “ecoguerriero” nel tentativo di recuperare il legame con la Madre Terra.
Insomma, Core in questo film infila di tutto, dall’ambientalismo al buddismo. Il risultato? Belle scenografie e qualche scarica di adrenalina. Non è il massimo per l’impegno di spesa e per l’impegno profuso.
Ma Core avrebbe dovuto immaginarlo, che c’è sempre un “Punto di rottura” oltre il quale forse dovrebbe accendersi la lampadina del buon senso.