Il Papa arriva in Armenia per ricordare il genocidio del 1915.
Sarà una visita abbastanza lunga, di tre giorni, durante la quale Bergoglio visiterà il memoriale del genocidio, a Erevan, nella Fortezza delle rondini.
Il complesso è stato costruito nel 1967 dall’Unione Sovietica. Esso ricorda il genocidio operato dai Giovani Turchi Ottomani nel 1915.
Papa Francesco si soffermerà di fronte alla stele di 44 metri, che ricorda il primo genocidio del novecento.
Il massacro è chiamato dal popolo armeno, il grande male, un po’ come la shoah per gli Ebrei.
Ma in Armenia Francesco punterà soprattutto sulla valenza ecumenica della propria missione, alloggiando, peraltro, nell’abitazione del Patriarca di tutti gli Armeni, Karekin II a Etchimiadzin.
Ma sembra che, nonostante l’accoglienza e le buone intenzioni, non ci sarà una dichiarazione comune col patriarca stesso. Segno che forse qualche chiarificazione di fondo deve ancora esserci.
Comunque Bergoglio visiterà fra fine settembre e inizio ottobre anche Georgia e Azerbaigian. I due Paesi insieme contano circa 17 milioni di abitanti, di cui il 3,6% è di fede cattolica.
Un Papa giramondo anche lui, insomma, sulla scia di quanto aveva fatto Giovanni Paolo II durante tutti i lunghi anni del suo pontificato.