Papa Francesco identifica Dio col migrante cacciato

Antonio Capobianco

Papa Francesco identifica Dio col migrante cacciatoPapa Francesco identifica Dio con il migrante cacciato.

All’Angelus domenicale Papa Francesco lancia un messaggio toccante: “Alla fine saremo giudicati sulle opere di misericordia. Il Signore potrà dirci: ma tu, ti ricordi di quella volta sulla strada da Gerusalemme a Gerico? Quell’uomo trovato mezzo morto ero io. Ti ricordi? Quel bambino affamato ero io”.

E poi ancora: “Ti ricordi? Quel migrante che tanti vogliono cacciare ero io. Ti ricordi? Quei nonni soli, abbandonati nelle case di riposo ero io. Quell’ammalato solo in ospedale, che nessuno va a trovare, ero io”.

“Non devo catalogare gli altri – continua Francesco – per decidere chi è mio prossimo e chi non lo è. Dipende da me essere o non essere prossimo della persona che incontro e che ha bisogno di aiuto, anche se estranea o magari ostile. Fare opere buone, non solo dire parole che vanno al vento: mi viene in mente quella canzone ‘parole, parole, parole’”.

“Domandiamoci: la nostra fede è feconda? Produce opere buone? Oppure è piuttosto sterile, e quindi più morta che viva? Mi faccio prossimo o semplicemente passo accanto? Seleziono le persone a seconda del mio proprio piacere? Queste domande è bene farcele spesso”.

E come non dare ragione a Bergoglio?

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