Le restrizioni imposte dagli Stati Uniti hanno causato l’interruzione della produzione di chip presso OPPO, portando alla chiusura dell’unità CPU Zeku. In passato, aziende come LG e Xiaomi avevano sviluppato i propri processori, ispirandosi a Samsung e al loro Exynos, che tuttavia non aveva avuto molto successo. Tuttavia, LG Mobile ha abbandonato l’idea e Xiaomi produce ora solo co-processori, mentre OPPO ha appena chiuso anche la sua unità di chip.
OPPO aveva investito molto nella ricerca e sviluppo, soprattutto nell’ottica e nella connettività, e aveva creato la divisione Zeku, che si occupava della produzione dei chip. Questa unità, apparsa nel 2019, aveva il compito di sviluppare progetti di chip da utilizzare sui propri terminali, proprio come stava facendo Huawei Technologies con HiSilicon. Tuttavia, a causa delle incertezze dell’economia globale e del mercato degli smartphone, OPPO ha deciso di chiudere la divisione Zeku.
Questa chiusura rappresenta un duro colpo per la produzione cinese di chip, già colpita dalle sanzioni americane. I paesi che producono le attrezzature necessarie per le linee di produzione di trucioli, come l’Olanda e il Giappone, sono stati colpiti dalle sanzioni e questo ha reso sempre più difficile la produzione di tali componenti.
Le sanzioni americane hanno reso difficile la produzione di chip, tanto che solo 566 dei 3.243 produttori cinesi di chip hanno registrato vendite superiori a 14,4 milioni di dollari lo scorso anno. Anche OPPO, nonostante non sia nella lista nera degli Stati Uniti, ha subito il controllo delle esportazioni in Cina nell’ottobre 2022.
Anche la società taiwanese TSMC ha difficoltà ad accettare ordini dalle società cinesi. OPPO aveva presentato il suo primo processore di immagini, il MariSilicon X, nel dicembre 2021, prodotto da TSMC con tecnologia a 6 nm. Tuttavia, ora è limitata a chip da 14 nm a causa delle sanzioni statunitensi. La produzione di chip in Cina è quindi in seria difficoltà a causa delle restrizioni imposte dagli Stati Uniti.