Obesità, uomo di 180 kg muore senza poter eseguire una tac

Antonio Capobianco

Quando di parla di obesità e di rischi di morte si fa riferimento in genere a una molteplicità di patologie che un sovrappeso eccessivo aggrava fino a risultati funesti.

Ma essere gravi obesi può anche voler dire non riuscire ad accedere ai macchinari per un’accurata diagnosi, come è capitato a un uomo pugliese, che purtroppo proprio a causa di un mancato esame clinico è morto nelle scorse ore.

In Puglia si muore anche perché si è troppo obesi per diagnosticare un tumore, perché nel Tarantino, ma forse nell’intera regione, non esistono macchinari diagnostici, Tac e Risonanza magnetica, in grado di poter visitare un obeso. Non è un’affermazione generica: Luca, un 40enne mio conoscente, non c’è più per quello che è possibile comunque definire un caso di malasanità“: questa la drammatica denuncia del consigliere regionale pugliese di Direzione Italia-Noi con l’Italia, Renato Perrini.

Giovedì scorso, Luca, che soffre di problemi cardiaci e al sistema linfatico, cade nella sua casa, a Leporano (Taranto) dove vive con i genitori. Si frattura il gomito sinistro e il femore destro.

Viene spostato dal pronto soccorso in ortopedia per ingessare gli arti. Arrivato in reparto, iniziano le complicazioni. Inizia a vomitare, manifesta crampi e dolori allo stomaco.

«Stava molto male – racconta Giulio, suo fratello –. Ogni volta che beveva o mangiava, vomitava. Inoltre era diventato stitico. Probabilmente nella caduta aveva subito danni all’apparato digerente».

Per capire cosa sta succedendo a Luca occorre fare una Tac per scoprire se ci sono lesioni interne. Ma un macchinario capace di fare una tomografia computerizzata a un obeso non è disponibile.

«Non potendo fare una Tac – spiega Luca Vecchione – in ospedale hanno fatto solo radiografie ed ecografie». Esami insufficienti per mettere Luca sotto i ferri del chirurgo.

Giulio racconta che «solo a Matera c’è una Tac per i grandi obesi ma in quei giorni era anche in avaria». Allora, prosegue, «i medici hanno provato a intervenire con i farmaci ma la situazione di Luca è peggiorata fino a quando hanno deciso di portarlo in rianimazione dove la notte tra sabato e domenica, a mezzanotte e mezza, è morto».

Assurdo se si pensa che l’obesità, vera e propria malattia, cresce a un ritmo dell’8 per cento all’anno e in Puglia, in modo particolare, interessa il 13 per cento della popolazione“, spiega ancora il consigliere che ha reso pubblica la storia.

Per questo – chiosa Perrini – ho presentato un’interrogazione urgente al presidente della Regione, Michele Emiliano, perché venga fatto un monitoraggio su tutte le strutture sanitarie per conoscere quante sono nelle condizioni di poter diagnosticare malattie gravi su soggetti obesi e quindi provvedere a installarle con urgenza in caso di mancanza“.

«Luca aveva molte patologie, e sarebbe morto comunque: perciò oggi non chiedo giustizia o un risarcimento danni, quello che voglio è un piano per l’acquisto di Tac per grandi obesi, affinché a nessun’altro succeda quello che è successo a mio fratello», il messaggio finale lanciato dal fratello.

Intanto, nessuna nota ufficiale dalla dirigenza dell’ospedale: attualmente nessuno ha commentato il caso di Luca.

Per di più, nella stessa regione, non è neppure il primo caso del genere: soltanto qualche mese fa un uomo di 47 anni è morto dopo aver trovato una tac non funzionante.

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