Navigazione in incognito: ecco come non lasciare tracce quando si naviga in rete

Angela Sorrentino

Ogni giorno, potenzialmente in ogni luogo ed ad ogni ora del giorno e della notte, possiamo connetterci alla rete e “navigare” nell’oceano sconfinato ed infinito che il web rappresenta.

A questo luogo dove è possibile trovare la risposta ad ogni interrogativo, dove è possibile connettersi con chiunque eliminando ogni tipo di barriera spaziale e temporale, spesso ci connettiamo senza neppure rendercene concretamente conto.

Se ci perdiamo, usiamo un navigatore connesso online, se abbiamo bisogno di una traduzione simultanea usiamo un’applicazione apposita che troviamo in rete, se abbiamo un dubbio su una ricetta, consultiamo una delle miriadi di blog di cucina che pullulano proprio sul web.

E potremo continuare all’infinito, e tutte questa casistiche sono accomunate da un particolare: ci connettiamo tranquillamente con il nostro pc, tablet o smartphone, usando i nostri dati e tutte le credenziali che possono facilmente identificarci.

Ma, se siamo tipi particolarmente attenti alla privacy o semplicemente non vogliamo che qualcuno possa, anche volendo, tenere traccia delle nostre ricerche, per i motivi più svariati, è utile sapere che esiste una modalità apposita: la navigazione anonima.

Questa modalità è quella che comunemente si sceglie quando si è costretti a connettersi da un computer pubblico e si vuole evitare che informazioni private possano essere registrate dal pc e diventare di dominio pubblico, ma anche quando vogliamo evitare che il nostro pc sia invaso da una miriade di cookie che ci vengono inviati proprio in base alle nostre ricerche più recenti.

Alcuni la utilizzano persino come metodo “furbo”  per poter leggere senza limiti tutti gli articoli di molti giornali che applicano in rete il cosiddetto paywall, un meccanismo che invita gli utenti a versare una quota di registrazione dopo la lettura gratuita di un certo numero di articoli.

Navigare in incognito è tutto sommato facile ed intuitivo e consiste semplicemente nell’utilizzare una funzione di navigazione già integrata nel proprio browser preferito: la suddetta funzione permetterà di navigare su Internet senza la necessità di salvare alcun tipo di informazione riguardo le pagine web visitate.

Tutti i principali motori di ricerca hanno una propria specifica modalità di navigazione in incognito, a cui si accede in genere cliccando su un pulsante, posizionato in alto a destra e segnalato con tre puntini o con un ingranaggio, per attivare una finestra di navigazione anonima.

Attenzione però ad un piccolo particolare: la stessa funzionalità è denominata in modi diversi nei vari browser web. In Google Chrome, ad esempio, è chiamata “navigazione in incognito” mentre in Firefox si parla di “navigazione anonima”, Edge la chiama “InPrivate” mentre Opera “finestra riservata”.

C’è però una cosa che molti ignorano: la navigazione in incognito garantisce che, una volta chiusa la sessione di ricerca sul proprio pc, nessuna traccia rimanga sul dispositivo utilizzato, ma questo non vuol dire che al provider, o all’esterno in generale, l’indirizzo IP non resti ben visibile e rintracciabile.

Ad essere cancellati quindi sono solo i cookie dei vari siti visitati, i moduli di scrittura compilati, le password salvate, i file scaricati e tutte le ricerche effettuate nella barra di ricerca, ma la navigazione in incognito non protegge il  dispositivo da virus e malware, non permette di raggirare il parental control ed in generale non garantisce l’anonimato all’esterno, dato che il proprio indirizzo IP resta ben visibile.

Per navigare in modo veramente anonimo, anche verso l’esterno, sono richiesti infatti programmi come le VPN, browser speciali come TOR o Proxy attraverso cui far passare la connessione in modo che sia nascosto l’IP vero del computer usato e si possano crittografare le comunicazioni.

Attraverso questi metodi sofisticati è possibile persino aggirare un proxy aziendale oppure un sistema di monitoraggio governativo, senza contare tutti i traffici illeciti ed illegali che pullulano in quello che è stato denominato “dark web”, ma indubbiamente per l’utente medio che ha bisogno solo di non memorizzare password e ricerche per proteggere la propria privacy, la navigazione in incognito è sufficiente ed esaustiva.

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