Per Matteo Renzi non ci sarà nessun “spacchettamento” del referendum.
In un’intervista a Corriere.it, il premier parla del referendum costituzionale e della paventata possibilità di frazionarlo in più quesiti, in modo da renderlo più comprensibile e quindi votabile: “Lo spacchettamento del quesito referendario sulle riforme costituzionali non sta in piedi”.
“Non è possibile fare un referendum in questo modo, la stragrande maggioranza dei giuristi ha detto che l’ipotesi non è prospettabile”.
E, in effetti, le Camere hanno approvato un unico corpus referendario così com’è, ora non è possibile fare altrimenti.
Tuttavia su questa ipotesi dello spacchettamento lo stesso Renzi qualche giorno fa si era mostrato possibilista e ne aveva parlato con lo stesso Presidente Mattarella.
Dopo alcune verifiche fatte presso costituzionalisti di rango, evidentemente i due hanno preso atto che la strada non era percorribile.
Per cui si continuerà a parlare di un unico quesito referendario, con la data della votazione che sarà probabilmente i primi di novembre.
Questo ovviamente comporta che, sotto il profilo politico, rimane immutato anche l’impegno a dimettersi di Renzi nel caso in cui alla consultazione referendaria prevalgano i no.
Perciò i Dem, almeno la maggioranza, restano fermi sulla loro posizione di partenza