Macchina del suicidio, incredibile invenzione pensata per l’eutanasia

Antonio Capobianco

L’eutanasia, letteralmente buona morte, è il procurare intenzionalmente e nel suo interesse la morte di un individuo la cui qualità della vita sia permanentemente compromessa da una malattia, menomazione o condizione psichica.

Oggi con questo termine si definisce correntemente l’intervento medico volto ad abbreviare l’agonia di un malato terminale.

Si parla di eutanasia passiva quando il medico si astiene dal praticare cure volte a tenere ancora in vita il malato; di eutanasia attiva quando il medico causa, direttamente, la morte del malato; di eutanasia attiva volontaria quando il medico agisce su richiesta esplicita del malato.

In Italia, l’eutanasia attiva non è assolutamente normata dai codici del nostro Paese, ragion per cui essa è assimilabile all’omicidio volontario (articolo 575 del codice penale). Nel caso si riesca a dimostrare il consenso del malato, le pene sono previste dall’articolo 579 (omicidio del consenziente) e vanno comunque dai sei ai quindici anni. Nel caso di eutanasia passiva, pur essendo anch’essa proibita, la difficoltà nel dimostrare la colpevolezza la rende più sfuggente a eventuali denunce.

Ad oggi sono 4, secondo gli ultimi aggiornamenti del Centre d’information sur l’Europe, i Paesi europei che hanno legalizzato il suicidio assistito e l’eutanasia attiva. A Svizzera, Olanda, Belgio e Lussemburgo si aggiungono, nel resto del mondo, Cina, Colombia e Giappone.

Quello he è certo è che nei Paesi di tutto il Mondo, Italia compresa, l’eutanasia solleva numerose discussioni tra chi è a favore di tale pratica e chi, invece, è contrario.

Macchina del suicidio, incredibile invenzione pensata per l’eutanasia

Macchina del suicidio incredibile invenzione pensata per eutanasia

Philip Nitschke, chiamato anche Dr. Death per la sua ultima invenzione, è da sempre a favore dell’eutanasia essendo tra l’altro il fondatore dell’organizzazione per la promozione dell’eutanasia volontaria nonché di un manuale a tal proposito “The Peaceful Pill”.

Nitschke inizialmente parlava di eutanasia solo per quelli che erano malati terminali, ma sembra aver cambiato idea: infatti ora pensa che ogni individuo abbia il diritto di scegliere di vivere o morire.

Nitschke, in collaborazione con l’ingegner eAlexander Bannick, ha dato vita a quella che viene descritta come uno strumento per il suicidio assistito. Si chiama Sarco ed è una capsula realizzata con una stampante 3D, che può contenere una persona. Nel momento in cui il soggetto decide di mettere fine alle proprie sofferenze, può entrare nella macchina e premere un pulsante.

Una volta entrati nella capsula e accomodati sul lettino al suo interno, basterà solo premere un tasto per non uscirne più vivi. Il dispositivo infatti sprigionerà dell’azoto liquido al suo interno, abbassando contemporaneamente il livello di ossigeno conducendo. Il risultato sarà morte certa in pochi minuti.

Naturalmente il Dr. Death ha pensato anche ad una sorta di “uscita d’emergenza” per la sua “macchina della morte”, una vera e propria finestrella che si apre immediatamente nel caso in quei minuti che restano, si cambiasse idea e si riuscisse a capire che la vita è preziosa.

Attualmente la Exit International, associazione no profit dello stesso Nitschke, sta lavorando ad un primo prototipo che dovrebbe essere pronto entro la fine del 2018, dopo aver completato tutti i test necessari.

“L’obiettivo è renderlo disponibile a tutti” ha dichiarato Nitschke. “Il limite sarà la disponibilità delle nuove stampanti 3D” ammette, pur assicurando che il suo team sta “guardando alla stampa 3d usando legno biodegradabile e plastica per la capsula”. Il costo di stampa si aggirerà molto probabilmente attorno ai 1.000 euro.

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