La sentenza del Tribunale di Napoli: M5S è un partito.
Proprio in questo Tribunale era stato presentato un articolato ricorso da parte di una ventina di attivisti del Movimento 5 Stelle espulsi dal partito qualche mese fa. I militanti sono tutti di area napoletana.
L’accusa nei confronti dei grillini espulsi era quella di “aver aperto una pagina Facebook allo scopo di manipolare il libero confronto per la formazione del metodo di scelta del candidato sindaco”.
Alla faccia della libertà di espressione. Metodi pressoché staliniani.
Nell’ordinanza del Tribunale, che è stata anticipata da alcuni giornali, si legge testualmente: “Nonostante il Movimento 5 Stelle nel suo statuto non si definisca partito politico, e anzi escluda di esserlo, di fatto ogni associazione con articolazioni sul territorio che abbia come fine quello di concorrere alla determinazione della politica nazionale, si può definire partito ai sensi dell’articolo. 49 della Costituzione”.
Ci sembra una motivazione impeccabile. Altra cosa sono le parole, le intenzioni, altra cosa sono i fatti, quello che si è veramente, e un’articolazione di persone su tutto il territorio, con militanti, scelte politiche, eletti e quant’altro, non può non essere considerata un partito.