L’appello di Bagnasco al voto segreto su decreto Cirinnà, non è piaciuto a nessuno nemmeno a molti vescovi della stessa Cei, incluso Monsignor Galantino.
Bagnasco proprio non riesce a smetterla né di dire facezie, né di interferire nei fatti dello Stato.
E’ vero che in Italia non si muove foglia che Cei non voglia, ma per fortuna si comincia a registrare un’inversione di rotta grazie a molti vescovi della Cei dall’anima bergogliana che fanno capo a Nunzio Galantino.
E se questi vescovi sempre più spesso prendono le distanze da Bagnasco, alcuni politici cominciano a raddrizzare la schiena. Così Bagnasco incassa anche le accuse di ingerenza che sono arrivate da Pietro Grasso e dal Premier Matteo Renzi.
Nunzio Galantino, molto correttamente, interrogato sul Ddl che regolamenta le unioni Civili ha affermato: “Per rispetto del Parlamento e delle istituzioni preferisco non parlare”.
Intanto Bagnasco cerca di correre ai ripari e fa dire al portavoce Cei don Ivano Maffeis: “Con le sue parole il cardinale Bagnasco non intendeva entrare in un discorso tecnico, in alcun modo, questo appartiene alla sovranità delle Camere”.
Il suo, piuttosto, “è stato un appello di tipo morale alla libertà di coscienza tenendo conto della posta in gioco”. Se tale dichiarazione doveva servire ad aggiustare il tiro, ha sortito l’effetto contrario: Bagnasco non si può permettere di mettere il naso negli affari dello Stato. Punto.
Il tentativo di Bagnasco è chiaro: non può più fermare la legge sulle unioni civili, e quindi il loro sacrosanto riconoscimento, ma cerca in tutti i modi di affossare le adozioni.
Ecco perché “chiede” il voto segreto. In ogni caso, qualsiasi fossero le intenzioni del Cardinale, la sua è una ingerenza indebita nelle azioni dello Stato il quale, in quanto laico e areligioso, non può assolutamente permettere che il Parlamento legiferi dietro suggerimento, o ricatto, della Cei o di altre organizzazioni religiose e no. qualche monsignore a qualsiasi religione appartenga.
La laicità dello Stato è sacra. E questo è un fatto inconfutabile e incontrovertibile, piaccia o no a Bagnasco e alle sue pedine in Parlamento.