Adesso arrivano anche, com’era prevedibile, le mail anonime sulla morte di Giulio Regeni.
E’ stata Repubblica a dar credito principalmente a queste mail, le quali però, essendo anonime, non sono state considerate fonti attendibili dalla stessa Procura di Roma, che sta indagando sul caso.
A volere la morte di Giulio Regeni sarebbe stato un alto ufficiale della Sicurezza nazionale egiziana, tal Khaled Shalabi, capo della Polizia criminale, il quale si occupava per l’appunto del caso Regeni.
Tra l’altro, questo Sharabi già sarebbe stato condannato nel 2003 da un tribunale di Alessandria perché avrebbe torturato a morte un uomo e successivamente avrebbe falsificato i rapporti della polizia.
Tuttavia l’uomo è stato reintegrato a fronte della sospensione della sentenza.
Secondo questi racconti, comunque, Regeni sarebbe stato sottoposto a due giorni di torture e, una volta ammazzato, sarebbe stato conservato in una cella frigorifera.
Insomma, si continua a procedere per indiscrezioni, rumors, prese di posizione, ma in giro non ci sono né indizi, né tanto meno prove.
Staremo a vedere questo famoso dossier di duemila pagine che gli inquirenti egiziani, domani a colloquio con i nostri funzionari, ci consegneranno. Basta che nel dossier non continuino a prenderci in giro.