Il premier Giuseppe Conte lo aveva già preannunciato all’inizio del lockdown: ci troviamo catapultati in una crisi che non ha eguali, dopo la seconda Guerra Mondiale.
Abbiamo domato l’emergenza sanitaria, ma quella economica deve ancora dispiegare tutte le sue terribili conseguenze.
E gli economisti sono tutti concordi nel prevedere un grosso tonfo del Pil, che si riuscirà a recuperare solo parzialmente nei prossimi anni.
In queste ore l’Istat delinea l’impatto della pandemia di coronavirus nelle “Prospettive per l’economia italiana”, parlando di uno “shock senza precedenti” che porterà a una “marcata contrazione del pil nel 2020″, con una caduta dell’8,3%.
Le previsioni sono lievemente migliori rispetto a quelle di Bankitalia, che ha prospettato un crollo del pil 2020 tra il 9,2 e il 13%, seguito però da un recupero del 4,8% nel 2021.
La caduta del Pil sarà condizionata dalla caduta dei consumi delle famiglie e delle Isp (-8,7%) e dal crollo degli investimenti (-12,5%), a fronte di una crescita dell’1,6% della spesa delle Amministrazioni pubbliche. Anche la domanda estera netta e la variazione delle scorte sono attese fornire un contributo negativo alla crescita (rispettivamente -0,3 e -0,8).
Nel 2020 prevista una riduzione al 9,6% della disoccupazione (era al 10% nel 2019), che dovrebbe invece aumentare nel 2021 al 10,6%.