L’esplosione del caso di Banca Etruria e Banca Marche, ed il connesso intervento statale che ha permesso alle banche di salvarsi a spese degli investitori che avevano creduto nei loro titoli, ha riportato al centro della discussione economica italiana la questione della sicurezza degli investimenti.
Intervenendo sulla questione, l’avvocato dell’ADUSBEF di Viterbo, Carmelo Ratano, ha spiegato che lui ed i suoi colleghi si sono immediatamente resi condo che “che quasi nessuno è stato messo al corrente del proprio profilo di rischio e le informazioni sugli strumenti finanziari proposti sono state quantomeno incomplete.”
Parallelamente, un’interessante ricerca pubblicata da un noto sito di trading online italiano, ha rivelato come la questione della scarsa ‘educazione finanziaria’ degli italiani sia un elemento che desta serie preoccupazioni anche in altri settori – primo tra tutti quello delle opzioni binarie.
“Anche se molti pensano che quello del trading binario sia una sorta di Far West finanziario ‘2.0’, è bene che si sappia che l’intero settore è regolato a livello europeo dalla normativa MiFid 1 della Commissione Europea ed a livello italiano dalla CONSOB,” ha spiegato Roberto Bande, analista finanziario ed autore della ricerca.
“Nonostante questo,” ha continuato Bande, “i dati raccolti dal mio sito sono decisamente allarmanti – visto che solo una minima parte dei trader italiani sembra considerare il rispetto della legalità un requisito necessario.”
Secondo quanto scoperto da Bande e dal suo team, soltanto il 15% dei trader italiani considera importante affidarsi a broker riconosciuti e regolamentati dalla CONSOB, mentre il 21% ritiene determinante per la propria scelta la presenza di un cospicuo bonus di benvenuto per cominciare a fare trading online gratis.
“Il fatto che solo il 15% degli investitori abbia fiducia nella CONSOB e nella legge italiana è allarmante, soprattutto perché questo mostra come il controllo del legislatore sia posto allo stesso livello di servizi accessori come i segnali per opzioni binarie o l’assistenza al trading.”
“Al contrario,” ha continuato Bande, ”il 21% guarda solo ai bonus d’iscrizione ed il 18% sceglie il proprio broker a seconda della disponibilità o meno di un conto demo – anche se questo è completamente illegale ed espone tutti gli investitori a rischi ben più grandi di quelli corsi con le obbligazioni secondarie delle banche – visto che investendo su broker non autorizzati CONSOB si rischia di perdere tutto il capitale investito senza avere alcuna copertura legislativa.”