Nel 2050 i nostri oceani potrebbero contenere più plastiche che pesci: l’allarme del World Economic Forum.
Il World Economic Forum ha pubblicato lo studio “The New Plastics Economy: Rethinking the future of plastics” effettuato con la collaborazione della Ellen MacArthur Foundation.
Le proiezioni di tale studio sono a dir poco inquietanti: entro il 2050 gli oceani accoglieranno più plastica che pesci.
Il nostro mare diventa sempre più una discarica globale. Il 32% degli oggetti di plastica, a livello planetario, si abbandona in natura e il mare è diventato il “cassonetto” più grosso.
Infatti, ogni anno, circa otto milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani. A oggi negli oceani si trovano più di 165 milioni di tonnellate di plastica. I tempi stringono.
E’ necessario che entro il 2025 siano messe in atto tutte strategie atte a contrastare tale scempio, altrimenti gli oceani saranno soffocati da 1,1 tonnellate di plastica ogni 3 tonnellate di pesce. Da quel momento in poi, per la plastica sorpassare il pesce, sarà gioco facile.
Si legge nello studio della World Economic Forum che ogni anno il 95% del packaging non è riciclato. Questo comporta non solo un inquinamento del suolo e del mare a anche una perdita economica stimata tra gli 80 e i 120 miliardi di dollari all’anno.
Per invertire la rotta, secondo Dominic Waughray del World Economic Forum, “Occorre rivoluzionare l’industria della plastica. Il primo passo è modificare l’iter della plastica nelle nostre economie”.
Ovviamente, per salvare il mare serve anche che ognuno di noi contribuisca nel suo piccolo. Un corretto smaltimento dei rifiuti; prediligere l’utilizzo di materiali biodegradabili; non utilizzare articoli usa e getta; evitare di sporcare le spiagge o dedicarsi insieme ai figli alla pulizia di queste come se fosse un gioco; sono le prime piccole azioni civili che possiamo iniziare a fare se vogliamo che i nostri figli possano ancora godere di quella meraviglia che pullula di vita chiamata “mare”.