Influenza, per limitarla in Irlanda niente segno della pace

Antonio Capobianco

Come ampiamente previsto, l’influenza sta flagellando Italia ed Europa.

Dal 2 al 4 gennaio negli ambulatori dei 45 mila medici sono state visitate quotidianamente circa 51 persone, contro una media abituale di 30/35. In generale, sono quasi 7 milioni i pazienti visitati negli ultimi tre giorni negli studi dei medici di famiglia italiani e quasi 3 milioni hanno lamentato sintomi influenzali.

Dall’ultima settimana dell’anno in Italia sono circa 800 mila le persone che si stanno arrabattando tra febbre, tosse e diarrea. Un vero boom se si pensa che nella settimana precedente gli italiani colpiti dal virus ammontavano a 387mila. Un trend in costante crescita che ha colpito tutte le regioni d’Italia ad esclusione del Nord Est.

L’incidenza dell’epidemia in Italia è pari a 11,11 casi per mille assistiti, un numero già ampiamente superiore a quello dell’anno passato. Un dato che si avvicina molto alla soglia di guardia dei 13,50 casi di media, la soglia fatidica che identifica come ‘alta’ l’intensità della diffusione dell’Influenza 2018. Al momento, le regioni in cui l’epidemia influenzale è stata maggiormente diffusa sono Lombardia, Liguria, P.A. Trento, Marche, Basilicata e Calabria.

In Italia la situazione è critica, quindi, ma anche oltreconfine la situazione non è certo migliore, ed ecco che, oltre alle solite raccomandazioni, in Irlanda si è deciso di attuare un’altra “strategia” per evitare il contagio.

Nello specifico, l’influenza australiana preoccupa così tanto che il vescovo della diocesi nordirlandese di Down e Connor ha scelto di abolire lo scambio della pace durante le celebrazioni, per evitare che si possa diffondere ulteriormente il ceppo influenzale che di recente ha raggiunto anche la Gran Bretagna.

Influenza, per limitarla in Irlanda niente segno della pace

Influenza per limitarla in Irlanda niente segno della pace

In Australia l’influenza ha già causato 72 decessi e la diffusione del virus H3N2 sta mettendo a dura prova il servizio sanitario britannico, che per occuparsi dell’epidemia di influenza ha dovuto rinviare migliaia di interventi di routine già programmati.

La diocesi ha quindi spiegato che “dopo avere chiesto consigli ai medici sui rischi crescenti e l’impatto dell’influenza australiana” si è deciso di riattivare quelle misure che erano state introdotte per la prima volta nel 2009, quando da affrontare c’era la suina.

I parrocchiani sono incoraggiati a usare disinfettanti per le mani e saponi per minimizzare il rischio d’infezioni. Nel caso in cui si qualcuno abbia sintomi influenzali, deve rimanere a casa per tutta la durata della malattia“.

Stretta di mano in Chiesa limitata, più in generale in questo periodo bisogna evitare di toccare occhi, naso e bocca con le mani non pulite: i germi e non soltanto quelli dell’influenza, si diffondono soprattutto in questo modo. Ricordare di areare regolarmente i locali in cui si passa il tempo.

Fondamentale è lavarsi le mani in modo molto accurato ogni volta che si torna a casa dopo essere stati fuori e prima di toccare qualsiasi superficie, telefono compreso.

Per evitare di contagiare gli altri, coprirsi con un fazzoletto (possibilmente di carta, da gettare in pattumiera subito dopo l’uso) naso e bocca quando si starnutisce.

E se uno è ammalato, fondamentale è rimanere a casa: non solo per limitare possibili contatti infettanti con altre persone, ma anche per ridurre il rischio di complicazioni e infezioni concomitanti (superinfezioni) da parte di altri batteri o virus con cui si potrebbe venire in contatto.

Anche l’alimentazione svolge un ruolo importante nella prevenzione influenzale, non solo perché una dieta equilibrata e sana favorisce una maggiore difesa dalle malattie, ma anche grazie all’azione benefica di alcune specifiche sostanze nutritive.

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