Il Giappone invia il primo astronauta sulla Luna

Antonio Capobianco

Il Giappone mira alla Luna: un astronauta giapponese potrebbe camminare sulla superficie lunare entro la fine del decennio.

Nell’ambito dell’ambizioso programma Artemis, gestito dalla NASA, il Giappone è in trattative avanzate per mandare il primo astronauta giapponese sulla Luna. Questo evento segnerà un momento storico, poiché sarà la prima volta che un astronauta non americano calpesterà il suolo lunare. L’intento è di realizzare questo traguardo entro la fine degli anni 2020, con piani in corso per includere un astronauta giapponese in una delle missioni lunari programmate dopo il 2025.

Il Giappone invia il primo astronauta sulla Luna

La cooperazione internazionale è un pilastro del programma Artemis, che mira a portare gli esseri umani sulla Luna per la prima volta dal 1972. Il Giappone, attraverso l’Agenzia Giapponese di Esplorazione Aerospaziale (JAXA), ha intensificato i suoi sforzi collaborando strettamente con la NASA non solo per mandare un astronauta sulla Luna, ma anche partecipando attivamente alla costruzione della Lunar Gateway, una stazione spaziale che orbita intorno alla Luna.

Il progetto Artemis è di particolare importanza strategica per il Giappone, che vede la cooperazione spaziale come un mezzo per rafforzare ulteriormente i legami con gli Stati Uniti, specialmente in un periodo di tensioni geopolitiche crescenti in Asia. Il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha espresso un forte impegno per la realizzazione di questa missione, integrando le ambizioni spaziali del Giappone nella politica nazionale tramite una roadmap di politica spaziale rivista.

Un altro obiettivo di questa collaborazione è sviluppare nuove tecnologie, come i rover lunari che possono operare senza che gli astronauti debbano indossare tute spaziali, ampliando così le capacità di esplorazione umana oltre la stazione spaziale internazionale. Questo si lega anche al più ampio obiettivo di Artemis di creare una presenza sostenibile sulla Luna che potrebbe eventualmente facilitare missioni future su Marte.

Sebbene l’esatto timing delle missioni future rimanga fluido, con il volo di prova Artemis II programmato per il 2024 che vedrà astronauti statunitensi e canadesi compiere un flyby lunare, l’atterraggio effettivo di un astronauta giapponese potrebbe avvenire poco dopo, potenzialmente su una missione successiva pianificata per la fine del 2025 o subito dopo. Inoltre, il Giappone ha iniziato una nuova fase di reclutamento di astronauti, mirando a diversificare e rinnovare il suo corpo astronautico.

L’impegno del Giappone nel settore spaziale dimostra non solo il suo impegno nell’esplorazione spaziale, ma anche il desiderio di svolgere un ruolo di primo piano nella prossima era dell’esplorazione umana dello spazio. Questo sviluppo apre nuove frontiere per la cooperazione internazionale nello spazio e segna un passo avanti significativo nella partnership strategica tra il Giappone e gli Stati Uniti​​​​​​​​.

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