I cambiamenti climatici stanno rivoluzionando anche il mondo dell’agricoltura, tanto che nel nostro Paese secondo quanto riportato dalla Coldiretti, la più importante associazione di rappresentanza degli agricoltori italiani, sono aumentate notevolmente le coltivazioni di prodotti tropicali. Questo, in un decennio che si è dimostrato essere senza ombra di dubbio il più caldo di sempre, è un fenomeno che ha cambiato, che sta cambiando e che continuerà a cambiare in maniera piuttosto profonda le modalità di consumo e le scelte produttive che le aziende stesse saranno portate a fare per via del surriscaldamento globale.
Gli effetti dei cambiamenti climatici sulla produzione agricola in Italia
Degli esempi pratici in questo senso sono le colture di vino e di olio prodotti a latitudini sempre più settentrionali, per non parlare del fatto che ormai anche luoghi come la Pianura Padana sono provvisti di produzioni notoriamente mediterranee come pomodoro da salsa e grano. I cambiamenti climatici, che includono il caldo e disastri ambientali dovuti a precipitazioni ed inondazioni catastrofiche, hanno modificato notevolmente il settore agricolo in Italia. La produzione di alcuni frutti nel nostro Paese nel corso dell’ultimo anno è crollata a picco, prendiamo come esempi il 63% in meno per quanto concerne le pere, il 60% in meno per le ciliegie e il 12% in meno per uva e pomodori.
Al contrario, molti altri alimenti non caratteristici del nostro Paese hanno riscontrato un grande aumento: mango e avocado vanno per la maggiore, al punto da essere direttamente coltivati in Italia, ma rambutan, granadilla, mangostano e maracuya tra gli altri, sono frutti esotici su sui si sta spostando l’attenzione dei consumatori, intenzionati a saperne di più. In questo senso, il web è pieno di materiale e mette a disposizione tutte le informazioni per inserire – senza troppi dubbi – questi alimenti nella propria alimentazione. Su siti generalisti, blog e pagine specializzate, come quella relativa ai frutti esotici dei Fratelli Orsero, abbondano gli articoli che delineano le loro caratteristiche, le proprietà benefiche che vantano ma anche gli accorgimenti che tenere in considerazione prima di acquistarli o consumarli. Prima di procedere con un eventuale acquisto, vale la pena darci un’occhiata per evitare di perdere tempo e rischiare di commettere errori.
Il mango siciliano e la produzione delle piante tropicali in Puglia
Le elevatissime temperature registrate in Italia hanno favorito la produzione del mango, che, secondo quanto riferito dalla Coldiretti, dai 500 ettari di terreno del 2019 è passata agli attuali 1.200. Il mango siciliano è ormai richiestissimo dai mercati italiani ed esteri, tanto che nel 2018 è stato inserito anche nel paniere Istat, ovvero lo strumento che ha il compito di rilevare i prezzi al consumo di beni e servizi e di calcolare l’inflazione. I mango italiani, rispetto a quelli provenienti dalle zone di origine, sono maggiormente apprezzati anche se di dimensioni ridotte, poiché non devono affrontare lunghi viaggi sugli aerei o sulle navi che per forza di cose influiscono negativamente sulla qualità del prodotto.
Una volta che ha preso il via la raccolta del mango, una Regione nella quale sono aumentate notevolmente le coltivazioni di piante tropicali è la Puglia. Le produzioni in questo senso, infatti, nel corso degli ultimi cinque anni sono triplicate, passando da poche decine a più di 500 ettari. Quest’aumento riguarda in particolar modo la produzione di mango, avocado, bacche di Goji, banane, bacche di aronia e lime. Non a caso a Castellaneta, che si trova in provincia di Taranto, sono state piantumate altre 32mila piante di avocado, mentre in Salento si contano 8mila piante di mango, di lime e circa 100mila di avocado.