Uno studio apparso recentemente sul periodico ScienceAdvances suggerisce che il costante aggiornarsi su notizie riguardanti catastrofi e tragedie potrebbe indurre le persone in una spirale di depressione e angoscia.
La ricerca si è basata su dati raccolti da un campione di 4.500 individui negli USA che hanno fornito risposte tramite sondaggi web o telefonici subito dopo l’attentato alla maratona di Boston del 2013. I partecipanti hanno descritto le loro reazioni emotive all’evento tragico e le emozioni provate a seguito delle notizie ricevute.
I ricercatori hanno messo in evidenza come la narrazione mediatica di tali episodi, spesso saturata di immagini e video grafici e disturbanti, può generare un impatto negativo sulla psiche a lungo termine, con sintomi di stress acuto e reazioni post-traumatiche, oltre a conseguenze fisiche prolungate.
È noto che i media, inclusi i social, possono arrecare danni psicologici agli spettatori. Nell’ambito del giornalismo tradizionale, ad esempio, è prassi non riportare dettagli sui suicidi per non incoraggiare imitazioni.
Questo studio si distingue per aver esplorato gli effetti dello stare a lungo a contatto con notizie di natura negativa, legate a episodi di violenza su vasta scala. Secondo l’analisi, i ricercatori hanno constatato che tra coloro che hanno seguito intensamente le notizie dell’attacco di Boston si registrano significative manifestazioni di stress post-traumatico e una tendenza a pensieri pessimistici riguardo al futuro. Si evidenzia come la ripetuta esposizione a contenuti traumatici possa scatenare, in alcuni soggetti, sintomi quali ricordi persistenti e flashback.
Di conseguenza, i ricercatori raccomandano che i produttori di contenuti mediatici e le agenzie di stampa internazionali considerino una revisione nella creazione dei loro materiali, al fine di minimizzare questi impatti avversi sulla salute mentale del pubblico.
Mettendo in guardia sui rischi di esposizione a lungo termine a notizie graficamente intense, suggeriscono l’autoregolamentazione delle piattaforme informative per tutelare i consumatori, che spesso non riescono a moderare la loro dieta mediatica.
Benché sia vitale rimanere informati, soprattutto in tempi di crisi, è altresì cruciale che le persone siano consapevoli del potenziale pericolo che certe notizie possono comportare per il loro benessere psichico.
La ricerca sottolinea l’importanza di permettere agli individui di fare scelte consapevoli e prudenti riguardo il loro consumo di notizie su eventi traumatici globali.