Solo i ciechi non si erano accorti che qualcosa, all’interno dell’esecutivo di governo, non andava già da qualche settimana, e del resto la durata attuale ha già superato quella che tutti avrebbero realisticamente accordato a questa coalizione da sempre traballante.
Ma ora la situazione si fa ancora più esplosiva perché, per la prima volta, i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, non si nascondono dietro un sorriso ed una stretta di mano, ma ammettono candidamente che si rischia di vedere crollare tutto.
In particolare è il ministro dell’Interno a scegliere la linea dura: o si cambia radicalmente o si va tutti a casa, con la speranza di essere rieletti senza coalizioni.
Ieri sera Salvini è stato a Palazzo Chigi per un confronto con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, poi ha ribadito la sua posizione sul palco della piazza di Sabaudia.
“E’ stato un anno bello, guardavo i risultati oggi al ministero”, ha detto Matteo Salvini. “Per il bene degli italiani, non per interesse personale, facciamo quello che facciamo”.
E ha aggiunto: “Non mi uscirà mai una parola negativa su Di Maio o Conte”, ma “qualcosa si è rotto negli ultimi mesi”. “O le cose si fanno in fretta oppure stare lì per scaldare la poltrona non fa per me”, ha aggiunto. “Ci aspetta un periodo tosto, o siamo uniti e compatti o ci fanno il mazzo. Abbiamo sette ministeri ma ci servono per fare le cose, altrimenti non ci interessa. Vogliamo fare 100 su 100 di quello che serve agli italiani”.
Quanto alla squadra di governo, «non mi interessano rimpastini o rimpastoni, le idee non valgono due poltrone, se le cose non si possono più fare è inutile andare avanti». E poi un avviso: «Se c’è da prendere una decisione, bisogna prenderla in fretta».