Nel corso degli ultimi anni, la ricerca neuroscientifica ha fatto progressi significativi, portando alla scoperta di nuove aree e funzionalità del cervello che potrebbero rivoluzionare il nostro approccio alla medicina, alla psicologia e alla comprensione della coscienza umana. Due scoperte recenti hanno particolarmente catturato l’attenzione della comunità scientifica: l’identificazione di una nuova area del cervello coinvolta nel controllo del movimento e la scoperta di una classe di cellule della memoria specializzate nel riconoscimento dei volti.
La prima ricerca, condotta dai scienziati della Mayo Clinic e dei loro collaboratori internazionali, ha rivelato l’esistenza di una zona del cervello attiva durante tutti i tipi di movimento, situata in profondità nella scissura centrale, una piega sulla superficie esterna del cervello. Questa scoperta sfida la comprensione tradizionale dell’organizzazione del cervello, in particolare del cortex motorio primario, noto per controllare i movimenti corporei attraverso una mappa topografica di specifiche parti del corpo. La nuova area, denominata Area Motoria Associativa Rolandica (RMA), sembra svolgere un ruolo cruciale nel coordinare i movimenti complessi, offrendo nuove prospettive per il trattamento di disturbi del movimento come il tremore e potenzialmente influenzando le tecniche chirurgiche e l’uso di stimolatori cerebrali per trattare condizioni quali l’epilessia e il morbo di Parkinson.
La seconda scoperta riguarda la comprensione di come il cervello elabora e memorizza le informazioni relative ai volti familiari. Ricercatori dell’Università Rockefeller hanno identificato una nuova classe di cellule neuronali nella regione del polo temporale del cervello che collega la percezione del viso alla memoria a lungo termine. Queste cellule, che potrebbero essere descritte come la cosa più vicina a un “neurone nonna” teorico, rispondono selettivamente ai volti familiari rispetto a quelli sconosciuti, dimostrando una connessione diretta tra i domini sensoriale e della memoria. Tale scoperta non solo sfida le precedenti teorie sull’elaborazione cerebrale dei volti ma potrebbe anche avere implicazioni cliniche per il trattamento della prosopagnosia, o cecità dei volti, una condizione che rende difficile o impossibile riconoscere i volti familiari.
Queste ricerche aprono nuove strade per la comprensione della complessità del cervello umano, suggerendo che la nostra mappa del cervello è ancora incompleta e che le funzionalità cerebrali sono più integrate e dinamiche di quanto precedentemente pensato. La scoperta della RMA e delle cellule della memoria per i volti familiari enfatizza l’importanza dell’interdisciplinarità nella ricerca neuroscientifica, combinando tecniche avanzate di imaging, neurologia e psicologia per esplorare i meccanismi sottostanti la cognizione e il comportamento umano.
Inoltre, un’altra ricerca rivela che l’anatomia recentemente scoperta, denominata SLYM, svolge un ruolo significativo nel monitorare e proteggere il cervello, influenzando potenzialmente lo sviluppo di malattie cerebrali come la sclerosi multipla, le infezioni del sistema nervoso centrale e l’Alzheimer. Questa scoperta suggerisce che le anomalie nella funzione di SLYM potrebbero innescare o peggiorare queste condizioni, offrendo nuove prospettive per l’approccio terapeutico a tali malattie.