Gianmaria Testa, la morte di un poeta

Antonio Capobianco

Gianmaria Testa, la morte di un poetaGianmaria Testa, cantautore, musicista ma soprattutto poeta, ci ha lasciato. Aveva 57 anni.

“Ho un tumore, non è operabile. I medici mi hanno detto che nei prossimi mesi devo annullare ogni altro impegno che non sia curarmi”. Questo aveva annunciato alla stampa lo stesso Gianmaria a maggio 2015.

Oggi tutti i giornali danno, inevitabilmente, grande risalto alla morte di Testa, il capostazione dello scalo di Cuneo con la passione per la musica.

A piangere per la sua scomparsa anche la Francia dove, forse, Gianmaria era addirittura più conosciuto e più amato che in Italia.

A tale proposito si ricorda che al pari di Paolo Conte, anche lui quasi snobbato nel Belpaese, Gianmaria Testa è stato uno dei pochi artisti italiani a fare sold out all’Olympia di Parigi.

Non ci soffermeremo sulla biografia di questo grande artista che un maledetto tumore ha strappato ai suoi cari e a noi troppo in fretta. Della sua vita hanno scritto e continueranno a scrivere in tanti.

Noi vogliamo solo ricordarlo con il timore reverenziale che si riserva ai grandi. Lo vogliamo ricordare in maniera “non urlata” come piaceva a lui.

Lo ricordiamo ascoltando quel senso di vuoto che sempre lascia dentro la morte di un poeta.

Il nome “Gianmaria Testa” che campeggia a lettere cubitali sulle pagine dei giornali, sui social network, ai TG, richiama alla mente l’immagine di un uomo dolce, quasi schivo.

Quella immagine è lui, Gianmaria e la sua musica, le sue parole dense di poetica umanità e le sue lezioni di vita.

Come dimenticare, per esempio, l’album “Da questa parte del mare” del 2006 in cui l’artista affronta il tema delle migrazioni moderne.

Una valutazione poetica, pacata e, soprattutto, senza demagogia sulla migrazione di interi popoli dei nostri tempi.

Una riflessione sulla decisione dura e sofferta di partire abbandonando patria e affetti.

Varcare confini, attraversare deserti, navigare su un mare ammaliatore che, troppo spesso purtroppo, si trasforma nell’ultima meta.

Gianmaria Testa, così se ne va il poeta-cantautore: in punta di piedi, così com’è vissuto.

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