Probabilmente in tanti non ci faranno neppure caso, ma dai giorni scorsi è scattato un nuovo obbligo a tutela dei consumatori: esattamente dal 27 agosto 2018 è scattato l’obbligo di indicare in etichetta l’origine della materia prima per i prodotti derivati del pomodoro.
Stiamo parlando di pelati, polpe, concentrati, conserve, oltre a salse e sughi composti almeno per il 50% da derivati.
Entra così in vigore il decreto interministeriale numero 47 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 26 febbraio 2018, definito “sperimentale” e valevole fino al 31 dicembre 2020.
I prodotti Made in Italy ottenuti con pomodori coltivati e trasformati in Italia saranno così riconoscibili sugli scaffali dalla dicitura “Origine del pomodoro: Italia”.
Del resto la nuova normativa entra in vigore mentre si sta concludendo la campagna di raccolta del pomodoro in Italia che quest’anno dovrebbe assicurare un raccolto attorno a 4.750.000 tonnellate, con una buona qualità in termini di gradi Brix, ovvero di contenuto zuccherino, ma rese all’ettaro sotto le medie degli ultimi anni.
L’Italia è il principale produttore dell’Unione Europea dove però le previsioni riportano un calo produttivo complessivo del 14%, con riduzioni superiori al 20% in Spagna e Portogallo.
Coldiretti che sulla trasparenza e l’etichetta di origine sta portando avanti una battaglia a tutto campo si dice entusiasta. “E’ un nuovo passo verso una informazione più completa e chiara nei confronti del consumatore – spiega Andrea Elmi, Presidente Coldiretti Lucca – L’obbligo di etichettatura di origine era in vigore in Italia solo per le passate ma non per pelati, polpe, sughi e soprattutto concentrati che l’Italia importa dalla Cina. L’obbligo mette un argine al fiume di pomodoro spacciato nel mondo come italiano per la mancanza di un sistema di etichettatura di origine obbligatorio. Da oggi i consumatori potranno finalmente conoscere, sulla confezione, il paese di coltivazione del pomodoro, quello di trasformazione così come avviene per esempio per l’olio extravergine, un’altra battaglia condotta dalla nostra organizzazione”.
“Le confezioni di tutti i derivati del pomodoro – prosegue Coldiretti -, sughi e salse prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture: Paese di coltivazione del pomodoro: nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato; Paese di trasformazione del pomodoro: nome del paese in cui il pomodoro è stato trasformato. Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi Ue, Paesi non Ue, Paesi Ue e non Ue. Se tutte le operazioni avvengono nel nostro Paese si può utilizzare la dicitura Origine del pomodoro: Italia”.
Per consentire lo smaltimento delle scorte i prodotti che non soddisfano i requisiti previsti dal decreto, perché immessi sul mercato o etichettati prima dell’entrata in vigore del provvedimento, possono essere commercializzati entro il termine di conservazione previsto in etichetta.
Ma, al di là del pomodoro e dei suoi derivati, ricordiamo che è sempre importante far attenzione alle etichette, per conoscere la provenienza dei prodotti che si acquista, ma anche l’esatta composizione di tutto quello che si andrà a consumare.
Su di esse è riportata la lista completa degli ingredienti, la tabella nutrizionale, i termini di scadenza, le modalità di conservazione e l’origine del prodotto.
Le etichette degli alimenti sono redatte nel rispetto di regolamenti europei che ne sanciscono quale tipo di informazioni devono necessariamente riportare allo scopo di tutelare i consumatori. In particolare sono molto importanti le indicazioni nutrizionali relative ai prodotti alimentari.
La parte più importante è quella relativa all’elenco degli ingredienti, che è bene sapere vengono riportati in ordine decrescente di peso, quindi all’inizio si trovano quelli che contano maggiormente nella composizione e in fondo quelli presenti in minore percentuale. Altra preziosa informazione è l’indicazione degli allergeni, chi ha intolleranze o allergie alimentari deve prestare molta attenzione a questa indicazione.
Per avere un’idea precisa delle calorie e dei nutrienti dell’alimento è importante osservare la tabella nutrizionale riportata sul retro della confezione. Infine è bene controllare, ovviamente, la data di scadenza, la quantità di sale presente e tutte le informazioni che interessano ciascuno di noi.