Esiste un’Internet della Natura? Gli Scienziati Rivelano la Rete Invisibile che Connette Piante, Animali e Microbi

Antonio Capobianco

La natura comunica. E lo fa in modi che solo ora l’essere umano sta iniziando a comprendere. Un nuovo studio pubblicato su Nature Ecology & Evolution, guidato dal Dr. Ulrich Brose del Centro tedesco iDiv e della Friedrich Schiller University di Jena, introduce un concetto affascinante: l’“Internet della Natura”.

Esiste un Internet della Natura

Una rete invisibile di segnali e informazioni

In ogni ecosistema, animali, piante e microbi scambiano costantemente segnali. Questi messaggi possono essere chimici, sonori, visivi o vibrazionali, e influenzano profondamente il comportamento delle specie e l’equilibrio degli habitat. Secondo i ricercatori, questa rete di comunicazione biologica è paragonabile a una rete Internet, un sistema dinamico e interattivo che collega tutti gli organismi viventi.

Non si tratta solo di chi mangia chi. La natura è fatta anche di segnali che guidano le scelte: dove nascondersi, quando cacciare, come riprodursi. Questi “fili invisibili” creano una rete informativa che agisce in parallelo alle classiche catene alimentari.

I tre tipi di segnali nell’Internet della Natura

Il team ha individuato tre categorie principali di segnali che circolano negli ecosistemi:

  1. Segnali trofici: sono quelli che passano tra predatori e prede. Un esempio? Un lupo che segue le tracce di un alce, o un alce che si rifugia in una zona densa percependo il pericolo.
  2. Segnali informativi indiretti: tra specie che non interagiscono direttamente. Come una iena che osserva un avvoltoio per intuire la presenza di cibo.
  3. Segnali ambientali: provenienti dal contesto naturale, come luce, suoni o temperatura. Le falene che volano verso la luce artificiale o i camaleonti che cambiano colore in base allo sfondo sono esempi perfetti.

Un nuovo approccio per comprendere e proteggere gli ecosistemi

Tradizionalmente, l’ecologia si è concentrata su trasferimenti di energia e materia. Questo nuovo modello amplia la visione, mostrando come la trasmissione di informazioni sia altrettanto cruciale per la sopravvivenza delle specie.

Quando un ecosistema subisce un disturbo – come un incendio, l’arrivo di una specie invasiva o l’inquinamento – la capacità degli organismi di comunicare e interpretare segnali può determinare se il sistema reggerà o collasserà.

L’uomo come minaccia all’Internet naturale

Le attività umane interferiscono con questo fragile equilibrio informativo. Inquinamento luminoso, rumore industriale e sostanze chimiche possono confondere o bloccare i segnali cruciali per molte specie. Le formiche, ad esempio, utilizzano vibrazioni per coordinarsi, mentre falene e rane si affidano alla luce o ai richiami per accoppiarsi.

Se una rana non può più sentire i canti dei suoi simili a causa del rumore del traffico, anche uno stagno perfettamente intatto può diventare ecologicamente inutile.

Ecologia sensoriale: la nuova frontiera della conservazione

I ricercatori propongono di affiancare alla tutela degli habitat anche la salvaguardia dei canali di comunicazione. Questo approccio, chiamato ecologia sensoriale, studia come i segnali vengono emessi, ricevuti e trasmessi tra le specie.

Strumenti innovativi come mappe acustiche, tracciamenti delle vibrazioni e monitoraggi chimici potranno aiutare a ricostruire questa rete invisibile e proteggerla.

La natura è una rete di messaggi

Concepire la natura come un’Internet biologica significa cambiare completamente la nostra percezione degli ecosistemi. Non più solo interazioni fisiche, ma anche una costante attività di ascolto, osservazione e risposta. Una rete fatta non solo di predazione, ma di linguaggio, strategia e adattamento.

Se vogliamo davvero proteggere la biodiversità, dobbiamo imparare a non solo preservare gli spazi, ma anche ridurre il rumore, abbassare le luci e rispettare i ritmi naturali. Perché la vita sulla Terra si basa anche su ciò che si comunica – e non solo su ciò che si consuma.

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