Eroina sintetica, a Milano il primo morto per overdose

Antonio Capobianco

L’eroina è una sostanza chimica appartenente al gruppo degli alcaloidi stupefacenti; non esiste in natura, ma si prepara artificialmente, trattando la morfina ed ha un forte effetto antidolorifico. Si presenta come una polvere bianca, cristallina, inodore.

L’eroina, inizialmente ricercata per le sensazioni di benessere che induce, dev’essere assunta, in seguito all’assuefazione, per placare uno stato di grave sofferenza. Questa esigenza irrinunciabile porta spesso l’eroinomane a modificare il proprio comportamento e l’organizzazione della propria vita.

Questa sostanza può essere sniffata, fumata o iniettata in vena o in muscolo. Questa droga, per il suo costo, è considerata in molti casi una droga di élite, ma purtroppo ne esistono nuove “versioni”, sintetiche, a basso costo e ancora più letali.

Il termine “China White”, ad esempio, ha avuto diversi significati nel corso degli anni. Negli anni ’70 e ’80 era usato per parlare dell’eroina. Oggi, invece, è lo street name del furanyl fentanil e di diversi altri derivati del fentanil, un antidolorifico sintetico disponibile nella maggior parte degli ospedali occidentali.

L’ocfentanil ad oggi è considerato molto pericoloso perché, alla fine, non è stato ‘promosso’ a farmaco in assenza di sufficienti dati e test, non si conoscono dunque esattamente i rischi.

Tra gli effetti collaterali più blandi si segnalano prurito, nausea, sonnolenza, depressione respiratoria grave, dolore al petto, psicosi, agitazione e, nei casi più gravi, morte.

Come ha spiegato l’Organizzazione Mondiale della Sanità infatti, diversi sono i casi di morte registrati e il pericolo è che possano aumentare visto che la sostanza viene venduta come eroina.

Negli Stati uniti la diffusione di quegli antidolorifici ha creato una sorta di dipendenza diffusa, che è stata la base per la più massiccia diffusione dell’eroina nella storia del mondo occidentale (l’epidemia è attualmente in piena esplosione).

Da quando hanno iniziato a diffondersi in maniera massiccia negli Stati Uniti, gli oppiodi sintetici hanno già provocato una strage: le overdose mortali, in poco più di 3 anni, sono salite da 3-4 mila, alle oltre 29 mila del 2017.

E purtroppo la prima vittima è arrivata anche in Italia: un uomo di 39 anni fu ritrovato dentro una casa di Milano nell’aprile del 2017 e la sua morte venne catalogata come overdose da eroina ma nelle scorse ore, quasi un anno e mezzo dopo, l’Istituto superiore di sanità ha diramato un’allerta di «grado 3» (il massimo) perché s’è trattato del primo decesso in Italia per «Ocfentanil».

La comparsa di questa sostanza a Milano è dunque un segnale che gli esperti ritengono molto preoccupante.

«Iniziano a esserci segnali di un fenomeno che dall’altra parte del mondo sta provocando una strage. Il vero problema è dunque attrezzarsi per tempo. Il rischio è che la situazione non sia più stabile, ma si stia muovendo in una direzione preoccupante. Il sistema di allerta, oltre che nazionale e collegato con l’Europa, dovrebbe essere radicato a livello locale per diffondere informazioni immediate. Non è semplice, ma si potrebbe fare, e una città come Milano dovrebbe farlo», ha chiosato Riccardo Gatti, direttore del Dipartimento interaziendale dipendenze di Milano.

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