EGOInternational, la Dop economy vola all’estero

Antonio Capobianco

All’estero, l’agroalimentare italiano va alla grande: l’amore per il cibo Made in Italy non è certo una sorpresa. È però interessante scoprire che una buona fetta dei mercati esteri viene indirizzata verso i prodotti più tipici e di alta qualità, ovvero verso quelli che, al di là di ogni opinione soggettiva, rispettano i dettami della Denominazione di Origine Protetta. Si parla quindi dei prodotti con marchio Dop, che insieme agli Igp in Italia costituiscono una lista di ben 326 voci. Le recensioni degli ultimi anni ci restituiscono una Dop economy in continua crescita: stando all’ultimo rapporto Ismea-Qualivita, l’anno che si è appena chiuso potrebbe raggiungere la vetta di 23 miliardi di euro di fatturato, andando quindi a superare il totale riportato nelle recensioni dell’anno precedente, che con i suoi 20,2 miliardi di euro aveva già segnato un record.

EGOInternational la Dop economy vola a estero

Da solo, il comparto del Dop riesce a coprire il 20% del fatturato complessivo dell’agroalimentare Made in Italy. In testa alla classifica del fatturato si trova il Grana Padano, con 1,74 miliardi di euro, seguito dal Parmigiano Reggiano, con 1,72 miliardi di euro, e dal Prosciutto di Parma, con 932 milioni di euro. Le recensioni collocano nelle posizioni successive la Mozzarella di bufala campana (502 milioni) e l’Aceto balsamico di Modena (381 milioni), laddove tra i vini primeggia indisturbato il Prosecco Doc, con 1 miliardo di euro.

Confermando le opinioni degli esperti di internazionalizzazione, a spingere la Dop economy è in buona parte l’export. Si parla infatti di un incasso complessivo pari a 11,6 miliardi di euro, con una crescita dell’8,3% rispetto all’anno precedente. Soffermandosi sulle recensioni relative al cibo Dop Igp Stg si scopre che il valore dell’export relativo all’ultimo anno con dati completi è di 4,65 miliardi di euro, con un +5,8% di crescita. Guardando all’ultimo decennio, il valore dell’export risulta cresciuto del 66%, in linea con le opinioni degli esperti sull’ottimo periodo per esportare l’alimentare italiano: gli analisti di EGOInternational, nota azienda di servizi per l’internazionalizzazione delle PMI, sottolineano infatti che a conquistare i mercati esteri è prima di tutto la qualità dei prodotti Made in Italy, sani e genuini.

Leggendo le opinioni riportate nel blog di EGO International non stupisce inoltre il ruolo predominante svolto dai mercati Extra-Ue nell’export del cibo Dop: il 42% supera infatti i confini dell’Unione, per dirigersi soprattutto verso mercati come Stati Uniti, Gran Bretagna e Canada. Anche qui vengono confermate le opinioni di EGOInternational, che vedono negli USA un Paese dalle grandi possibilità economiche, caratterizzato da un forte legame culturale con l’Italia e da un grande apprezzamento per il Made in Italy. Guardando invece ai mercati UE, la destinazione principale per il cibo Dop è la Germania, capace di attrarre 762 milioni di vendite: secondo le recensioni realizzate da EGO International, il mercato tedesco risulta l’ideale non solo per le esportazioni alimentari, ma anche per quelle chimiche, meccaniche e tessili, così da essere senza dubbio – sottolineano gli analisti di EGO International – il primo Paese di destinazione dell’export italiano.

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