Dolore e attività fisica: quando è normale e quando è un campanello d’allarme

Antonio Capobianco

L’esercizio fisico regolare è fondamentale per la salute, ma riconoscere i segnali del corpo durante l’allenamento è altrettanto importante. Non tutto il dolore, infatti, è indice di progresso: alcuni fastidi rientrano nella norma, altri possono indicare un problema muscolare o articolare da non sottovalutare.

Gli esperti consultati dal Times hanno evidenziato quanto sia cruciale distinguere tra i dolori fisiologici legati all’allenamento e quelli che segnalano un possibile infortunio. Capire questa differenza può aiutare a evitare danni a lungo termine e a costruire una routine più consapevole e sicura.

Dolore e attività fisica quando è normale e quando è un campanello di allarme

Dolore da allenamento: quando preoccuparsi?

Secondo il fisioterapista Matt Todman, un buon metodo per valutare il dolore è la scala da 1 a 10. Un livello di disagio tra 2 e 3 è considerato normale, soprattutto durante esercizi intensi. Ma se il dolore supera quota 4, potrebbe essere il segnale di un sovraccarico o di un errore tecnico.

Attenzione a sintomi come:

  • gonfiore localizzato;
  • perdita di mobilità;
  • rigidità persistente;
  • dolore che peggiora anziché diminuire.

In questi casi, è consigliabile fermarsi e valutare il recupero o consultare uno specialista.


Indolenzimento muscolare: fisiologico o dannoso?

Il classico indolenzimento muscolare a insorgenza ritardata (DOMS) è una condizione del tutto naturale che compare entro 24-72 ore dall’allenamento. È causato da microlesioni muscolari, che nel tempo rafforzano la fibra.

Paul Hobrough, fisioterapista sportivo, ricorda però che un buon riscaldamento e un recupero mirato possono ridurre notevolmente questo fastidio. Ignorare questi aspetti aumenta il rischio di infiammazioni o infortuni.


Mal di schiena e dolore alle articolazioni: attenzione alla tecnica

Se durante esercizi come lo squat o la panca piana si avverte dolore in aree non coinvolte direttamente (come la schiena), potrebbe trattarsi di tecnica scorretta o postura sbagliata. Allenarsi in questo modo può portare a infiammazioni croniche.

Anche scricchiolii articolari, soprattutto alle ginocchia o alle caviglie, non sono necessariamente preoccupanti se non sono accompagnati da dolore o gonfiore. Tuttavia, se compaiono entrambi, potrebbe trattarsi di una condizione come l’artrosi iniziale.


Dolore al tendine d’Achille: come gestirlo

Il tendine d’Achille è spesso soggetto a stress, soprattutto in chi pratica corsa o camminata sportiva. Un dolore lieve e transitorio non richiede l’interruzione dell’attività, ma è essenziale monitorarne l’evoluzione.

Hobrough consiglia:

  • evitare stretching prima dell’allenamento;
  • iniziare la riabilitazione con esercizi leggeri;
  • ridurre l’intensità se il dolore peggiora o supera il livello 4.

Se il fastidio persiste o compare rigidità mattutina, è importante fermarsi e valutare un piano di recupero mirato.


Distorsione alla caviglia: quando si può tornare ad allenarsi?

Dopo una distorsione, è fondamentale applicare ghiaccio e non forzare l’articolazione. Se si riesce a camminare senza dolore, è possibile riprendere l’attività in modo graduale.

In caso di gonfiore intenso o dolore persistente oltre 36 ore, meglio consultare un fisioterapista. Applicare ghiaccio per 12 minuti a intervalli regolari è una buona pratica nei primi giorni.

I gel antidolorifici possono fornire sollievo, ma l’uso prolungato può mascherare un problema reale. Se si fa affidamento costante su questi prodotti, è consigliabile rivolgersi a uno specialista.


Recupero e prevenzione: elementi chiave per evitare infortuni

Il recupero è una parte essenziale di qualsiasi programma di allenamento. Paul Hobrough consiglia di inserire giorni di recupero attivo tra una sessione e l’altra, soprattutto per chi si allena con frequenza.

Il riposo consente ai muscoli e alle articolazioni di rigenerarsi, migliorando anche le performance future e riducendo il rischio di traumi o sovraccarichi.

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