Digiuno intermittente 4:3: la strategia semplice che batte la dieta tradizionale secondo la scienza

Antonio Capobianco

Contare ogni caloria non è più l’unica strada per perdere peso. Un nuovo studio statunitense suggerisce che il digiuno intermittente 4:3 – ovvero tre giorni di restrizione calorica a settimana alternati a quattro giorni di alimentazione normale – potrebbe essere più efficace di una dieta quotidiana a calorie ridotte.

Digiuno intermittente 43 la strategia semplice che batte la dieta tradizionale secondo la scienza

Cos’è il digiuno intermittente 4:3?

Il protocollo 4:3 di digiuno intermittente (IMF) prevede:

  • 3 giorni alla settimana con un apporto calorico ridotto dell’80%
  • 4 giorni di alimentazione libera (preferibilmente sana, ma senza limiti calorici)

A differenza delle diete classiche che impongono restrizioni quotidiane, questo approccio alterna giorni di controllo rigoroso a giorni più flessibili, rendendolo potenzialmente più sostenibile nel lungo termine.

I risultati dello studio: meno stress, più risultati

I ricercatori dell’Università del Colorado hanno coinvolto 165 adulti in sovrappeso o obesi, di età compresa tra 18 e 60 anni, confrontando per un anno il digiuno 4:3 con una dieta a restrizione calorica giornaliera (DRC). A entrambi i gruppi è stato consigliato anche di aumentare l’attività fisica.

I risultati:

  • IMF (4:3): perdita media di 7,7 kg in 12 mesi
  • DRC: perdita media di 4,8 kg nello stesso periodo

Sono stati rilevati anche miglioramenti, seppur lievi, nei parametri della salute cardiometabolica, come la pressione sanguigna.

Perché funziona meglio?

Secondo la dott.ssa Victoria Catenacci, endocrinologa e autrice principale dello studio, la chiave del successo potrebbe essere proprio la flessibilità del metodo.

“Questa strategia offre un’alternativa basata su prove scientifiche, soprattutto per chi ha già provato a ridurre le calorie ogni giorno senza successo”, spiega.

Un altro possibile vantaggio? Maggiore aderenza. I partecipanti al gruppo IMF sembrano aver seguito con più costanza il piano alimentare, forse perché più facile da gestire rispetto a una dieta restrittiva quotidiana.

Qualche limite, ma anche tanto potenziale

Lo studio si basa su dati auto-riportati (quindi potenzialmente soggetti a imprecisioni), e non esclude che alcuni partecipanti abbiano mangiato meno anche nei giorni “liberi”. Tuttavia, questo potrebbe essere visto come un aspetto positivo: più un piano alimentare è facile da seguire, più è efficace nel tempo.

Inoltre, come osserva Danielle Ostendorf, epidemiologa dell’attività fisica, il protocollo 4:3 non è ancora formalizzato in programmi clinici strutturati.

“Il prossimo passo è sviluppare un modello pratico e accessibile che possa essere adottato nei centri medici e nelle comunità,” afferma.

Conclusione: una nuova frontiera per dimagrire in modo sostenibile?

Il digiuno intermittente 4:3 non è una soluzione miracolosa, ma rappresenta un’alternativa concreta e supportata da evidenze per chi cerca un approccio più semplice alla perdita di peso. In un’epoca in cui l’obesità è in continua crescita, strategie flessibili, sostenibili e personalizzate sono più che mai necessarie.

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