Tutti noi, per riuscire a superare indenni questa epidemia che sta terrorizzando il mondo, dobbiamo fare dei sacrifici e cambiare, anche radicalmente, le nostre vite, almeno fino a quando tutto sarà finito.
Ma oggettivamente la vita dei detenuti è già abbastanza sacrificata, in carceri sovraffollate, e per questo le ultime norme imposte per i colloqui, per evitare i contagi, hanno scatenato la protesta.
Il blocco dei colloqui almeno fino al 3 aprile ha causato tensione e proteste, che hanno interessato gli istituti penitenziari di Napoli Poggioreale, Frosinone, Alessandria San Michele, mentre ci sono state battiture delle inferriate a Foggia e Vercelli.
Inoltre, un centinaio di persone hanno richiesto di effettuare i colloqui presso la Casa Circondariale di Napoli Secondigliano stazionando per alcune ore.
Una rivolta, definita “molto violenta”, è scoppiata inoltre in carcere a Modena. Due agenti sono rimasti lievemente feriti nelle fasi più concitate, prima che il personale del carcere, una ventina tra poliziotti e sanitari, fosse fatto uscire. Sul posto è arrivato anche il prefetto, assieme alle forze di polizia che si sono schierate di fronte alla struttura da cui è stato visto uscire del fumo, probabilmente a causa di un incendio di materassi. Tre detenuti sono stati trovati morti: due decessi sarebbero riconducibili all’uso di stupefacenti, mentre il terzo carcerato è stato rinvenuto in stato cianotico, in circostanze ancora da accertare.