L’iter è stato lungo e al limite del tempo prestabilito, che scadeva appunto tra una manciata di ore, ma alla fine il cosiddetto “Decretone” è diventato legge dello stato: dopo essere stato parzialmente emendato alla Camera e approvato con voto di fiducia del governo, è infatti tornato al Senato dove la maggioranza lo ha approvato.
Nello specifico, il Senato ha approvato il decretone su reddito di cittadinanza e quota 100 con 150 sì, 107 no e 7 astenuti.
Il provvedimento, in terza lettura, termina così il suo iter parlamentare e con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale diventerà legge.
Tra le novità introdotte, l’offerta minima di lavoro da 858 euro per chi richiede il reddito di cittadinanza, il sostegno extra per le famiglie numerose con disabili, la pensione di cittadinanza in contanti, la possibilità di riscatto agevolato della laurea per tutti, la stretta sui finti divorzi e per i genitori single, le assunzioni dei navigator e la nuova figura del vicepresidente dell’Inps.
Inoltre sono state inserite norme sulla tutela della privacy, una stretta sugli extracomunitari, il prolungamento della pace contributiva e l’innalzamento a 45mila euro della soglia per l’anticipo del Tfr degli statali.
Con il dl vengono però soprattutto definite le due misure più importanti per il governo gialloverde, annunciate nella legge di bilancio 2019: il reddito di cittadinanza e quota 100.
Il reddito ha l’obiettivo di aiutare 1,3 milioni di famiglie, compresi gli over 67 che dovranno presentare domanda per la pensione di cittadinanza, mentre Quota 100 darà l’opportunità di andare in pensione raggiunti i 62 anni, con 38 anni di contributi.