In sette anni sono raddoppiate le famiglie povere in Italia.
Fra il 2007 e il 2014 è sostanzialmente raddoppiata la condizione di povertà assoluta.
In particolare, le singole persone in condizione di povertà assoluta ammontavano a 4 milioni nel 2014, il che significa circa il 7% della popolazione. La ricerca è stata effettuata da Confcommercio.
Dal canto suo, il Codacons ha dichiarato da terzo mondo certi redditi, lamentando una riduzione degli acquisti importante, fatto estremamente negativo per l’economia italiana.
Sempre in base alle prese di posizione di Confcommercio, l’ufficio studi sostiene che l’eccesso di pressione fiscale in Italia presenta una connotazione strutturale per l’incapacità di procedere a una seria revisione della spesa pubblica che riduca eccessi e sprechi.
E poi c’è l’altro dato strutturale, quello di sempre. Un’Italia economicamente e socialmente divisa in due: il sud e il centro-nord.
Le regioni del Mezzogiorno ci consegnano dati da terzo mondo: le persone povere in queste zone sono il doppio che nel resto del Paese.
La questione meridionale, insomma, sta sempre lì, ormai da secoli. Irrisolta come sempre, fisiologica come non mai, pronta a ripresentarsi con virulenza ancora maggiore in caso di gravi crisi economiche.