Cosa prevede la riforma delle pensioni in Francia

La riforma delle pensioni in Francia prevede il mantenimento dell’età pensionabile a 62 anni, ma con un sistema di bonus/malus che incoraggia a lavorare fino a 64 anni. La riforma è molto contestata dai sindacati e dalla popolazione, che hanno organizzato scioperi e manifestazioni.

La riforma pensionistica in Francia è un progetto del governo di Emmanuel Macron che mira a creare un sistema universale e sostenibile, abolendo i 42 regimi speciali esistenti. La riforma prevede di mantenere l’età pensionabile minima a 62 anni, ma di introdurre un meccanismo di bonus/malus che spingerà i lavoratori a restare attivi fino a 64 anni. La riforma è molto contestata dai sindacati e dai cittadini, che da mesi organizzano scioperi e manifestazioni per chiedere il ritiro del progetto.

Cosa prevede la riforma delle pensioni in Francia
Cosa prevede la riforma delle pensioni in Francia (Foto@Pixabay)

Le categorie più penalizzate dalla riforma sono quelle che beneficiano dei regimi speciali, come i ferrovieri, i militari, i piloti e gli avvocati. Queste categorie hanno diritto a pensioni più elevate e a un’età pensionabile più bassa rispetto al regime generale. Con la riforma, queste differenze sarebbero eliminate e tutti i lavoratori sarebbero soggetti alle stesse regole. Inoltre, la riforma penalizzerebbe anche i lavoratori precoci e quelli con carriere discontinue o a tempo parziale.

I regimi speciali sono dei sistemi pensionistici che riguardano alcune categorie di lavoratori che svolgono attività particolari o pericolose. Questi regimi prevedono delle condizioni più favorevoli rispetto al regime generale, come un’età pensionabile più bassa, un calcolo della pensione più vantaggioso e dei contributi più bassi. Alcuni esempi di regimi speciali sono quelli dei ferrovieri, dei militari, dei piloti e degli avvocati. Il governo francese ha deciso di abolire questi regimi e di integrarli nel sistema universale per garantire l’equità e la sostenibilità del sistema pensionistico. Questa decisione ha scatenato le proteste di molti lavoratori che si sentono penalizzati dalla riforma.

Le motivazioni del governo sono principalmente due: garantire l’equità e la sostenibilità del sistema pensionistico. Il governo sostiene che il sistema attuale è troppo frammentato e ingiusto, perché esistono 42 regimi pensionistici diversi che creano disparità tra i lavoratori. Il governo vuole quindi creare un sistema universale basato su un sistema a punti, in cui ogni euro versato dà diritto allo stesso numero di punti per tutti. Inoltre, il governo sostiene che il sistema attuale è insostenibile dal punto di vista finanziario, perché la popolazione francese sta invecchiando e i contributi dei lavoratori non bastano più a pagare le pensioni di chi ha smesso. Il governo vuole quindi aumentare l’età pensionabile da 62 a 64 anni per tutti i lavoratori e incentivare l’allungamento della vita lavorativa con dei bonus.

Il sistema pensionistico francese

Il sistema pensionistico francese è molto diverso da quello italiano. In Francia ci sono 42 casse e regimi specifici, mentre in Italia c’è un sistema unico basato sul contributivo. Inoltre, la Francia ha una maggiore solidarietà tra le generazioni e una minore spesa pensionistica rispetto all’Italia. Secondo il Global Pension Index 2021, l’Italia si colloca al 32esimo posto tra i migliori sistemi pensionistici al mondo, mentre la Francia è al 18esimo.

L’età pensionabile è uno degli aspetti più controversi della riforma delle pensioni in Francia. Attualmente, l’età pensionabile minima è di 62 anni per tutti i lavoratori, ma il governo vuole introdurre un meccanismo di bonus/malus che spingerà a lavorare fino a 64 anni. In Italia, invece, l’età pensionabile legale è di 67 anni, ma ci sono diverse opzioni per anticipare l’uscita dal lavoro, come quota 100 o la pensione anticipata.

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