Le infiltrazioni mafiose si insinuano persino nel paese reso famoso dalle pellicole di Don Camillo e l’onorevole Peppone, chissà cosa avrebbero pensato Fernandel e Gino Cervi.
Ma tornando ai fatti dei giorni nostri, la conferma arriva direttamente dalla Lega Nord in Emilia Romagna che giustifica lo scioglimento del Comune di Brescello per respirare “aria pulita”, una battaglia che va avanti da diversi anni per la legalità.
Il segretario della Lega Emilia, Gianluca Vinci, si è così espresso: “Grazie alla sue interrogazioni e ai suoi articoli sulla stampa, Catia da me nominata responsabile legalità della Lega Emilia, ha portato alla luce il sommerso sistema Brescello, pagando a duro prezzo, subendo numerose intimidazioni tra le quali incendi, danneggiamenti e non da ultime minacce aggravate dalla finalità mafiosa, da parte di cinque personaggi, tra i quali, in primis, spicca Alfonso Diletto, ritenuto uno dei cinque esponenti emiliani della ‘ndrina, attualmente al 41bis nell’ambito del processo Aemilia e sotto processo a Bologna per le minacce alla Silva a partire dagli anni 2009-2010”.
Alan Fabbri, capogruppo leghista, dice la sua: “Ricordo la campagna elettorale del 2014, quando fummo di fatto allontanati da un bar di calabresi, in pieno centro paese, per la nostra appartenenza alla Lega Nord. Certe scene non si dovranno mai più ripetere nel paese che ci piace ricordare come quello di don Camillo e Peppone. Vogliamo una regione libera dalle mafie, libera dalle compromissioni. L’impegno di Catia e della Lega Nord sia modello ed esempio per tutti i partiti: per liberarsi dalla criminalità organizzata servono schiena dritta e nessun compromesso“.
Mentre la consigliera comunale di Brescello e attivista antimafia conferma: “Ora aria pulita a Brescello, siamo pronti a collaborare col commissario, come già fatto con la commissione prefettizia”.