Ci sono paesi che accettano passivamente, o quasi, le decisioni governative, anche quelle che più vanno contro gli interessi del proprio popolo, e paesi invece con cittadini che non temono di scendere in piazza per protestare, per rivendicare i propri diritti.
Naturalmente il confine tra proteste e tafferugli è sottilissima, ed in poche ore in Cile si è scatenato il caos più totale: già tre persone hanno infatti perso la vita nel corso dei disordini.
Le morti sono avvenute in un incendio scoppiato in un supermercato saccheggiato nel comune di San Bernardo. I vigili del fuoco hanno trovato due corpi carbonizzati mentre un terzo è morto in ospedale.
I cittadini da tempo covavano rancore verso il proprio presidente, ma l’aumento del prezzo dei biglietti della metropolitana in città è stata l’ultima goccia che ha spinto in migliaia a scendere in piazza.
I tafferugli hanno spinti quindi il presidente Sebastián Piñera a revocare l’aumento del prezzo del biglietto dei trasporti pubblici, ma l’Esercito ha invece proclamato il coprifuoco in tutta Santiago del Cile.
In buona sostanza, la gente è obbligata a restare in casa e non potrà uscire dalle 9 di sera alle 7 del mattino: è la prima volta che accade dai tempi della dittatura di Augusto Pinochet.
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