Chiara Ferragni solo acqua ma le polemiche non finiscono mai

Antonio Capobianco

Nel bene e nel male, l’importante è che se ne parli: in soldoni, per quelli che non sono esperti di marketing e comunicazione, è questo il mantra da seguire per essere certi che il proprio prodotto raggiunga il maggior numero possibile di potenziali clienti.

Lo sanno bene i vip che si “riducono” ad andare ai talent e ai reality show pur di rilanciare la propria immagine appannata da ben poche partecipazioni a programmi ed eventi importanti negli ultimi tempi, e lo sanno altrettanto bene gli imprenditori pronti a creare campagne pubblicitarie shock e appositamente discutibili per attirare l’attenzione sul proprio prodotto, quando le tradizionali campagne pubblicitarie non hanno funzionato.

Lo sa benissimo Chiara Ferragni che, a soli 30 anni, è tra le influencer più ricche e famose al mondo ed è riuscita a trasformare in un successo di “vendita” anche il suo stesso matrimonio, tra logo personalizzato con le iniziali sue e del novello sposo, con l’esclusiva della cerimonia venduta a peso d’oro e i vip che si sono contesi l’agognato invito ad un evento a cui non si poteva assolutamente mancare.

Chiara, che ha tenuto persino lezioni nelle più prestigiose università americane per spiegare come ha costruito un impero partendo da una manciata di foto condivise sui social, fattura a sei e persino nove zeri sfruttando tutti i network possibili, ma anche apponendo il suo marchio sui prodotti più svariati.

Del resto, fare bene un prodotto, od offrire un buon servizio, non è più sufficiente per competere sul mercato o per assicurare la sopravvivenza e lo sviluppo di un’azienda, dal momento che esso risulta facilmente clonabile e la sua qualità viene spesso data per scontata dal cliente/consumatore: ecco perché le imprese più famose si contendono come sponsor personaggi ben in vista, e la Ferragni certamente lo è.

Navigando un po’ su internet si scopre che uno slip col logo della Ferragni costa oltre 50 euro, una semplice maglia bianca per bambina sfiora i cento, per una felpa si superano abbondantemente i 150 euro, senza contare scarpe e borse, con prezzi proibitivi per i più.

Ma nelle ultime ore c’è un altro prodotto che sta creando scandalo: una bottiglietta d’acqua, una di quelle che, di altre marche, non costa più di 50 centesimi ai distributori, ma che raggiunge una cifra assurda se vi si associa il brand della Blond Salad.

Nello specifico, stavolta la pietra dello scandalo è una bottiglietta di acqua Evan col “celeberrimo” occhio della Ferragni. Il prezzo: circa 8 euro per 75 cl e oltre 70 per il “set” da 12 bottiglie.

Prezzi esosi, anzi folli, per molti utenti della Rete, che in queste ore hanno lanciato una dura contestazione nei confronti della fashion blogger più famosa del mondo.

Attenzione però, la Evian già di per sé è un’acqua minerale naturale di lusso. Sgorga dalla fonte di Evian-les-Bains dopo aver subito un filtraggio naturale tramite un antico ghiacciaio situato nel cuore delle Alpi Francesi. Il suo bilanciamento di minerali è perfetto, così tanto che una confezione da 12 bottiglie (da 1,5 litri l’una) costa la bellezza di 19,20 euro.

Per di più, l’azienda francese è da sempre abituata a mettere in vendita bottiglie limited edition griffate da illustri personaggi del mondo della moda, ma in altri casi non è scoppiato alcun polverone: perché tutto questo clamore?

Perché la Ferragni fa notizia: fa cliccare sui link degli articoli su internet, fa portare a casa visualizzazioni ai blog, stimola gli istinti più bassi di coloro che non si spiegano come una donna, seppur bella ed intelligente, sia riuscita a trent’anni a mettere su un impero da invidia.

Dal canto suo Chiara ha replicato postando sui social una foto ironica che la vede riempire le bottigliette con le lacrime versate il giorno del suo matrimonio. Anche il marito Fedez è intervenuto con ironia sulla vicenda: il rapper ha postato una foto con il marchio della moglie disegnato su una banana.

E mentre si muove anche il Codacons, annunciando che presenterà un doppio esposto, uno alla Guardia di Finanza perché svolga accertamenti sul prezzo definito “immorale ma anche potenzialmente illegittimo” ed uno al Mise perché valuti la possibilità di vietare in maniera assoluta la vendita del prodotto in Italia, l’unica che da tutto questo otterrà un profitto è la Ferragni. L’ennesimo profitto.

Online infatti si era già registrato il sold out delle bottiglie d’acqua in edizione limitata (realizzate in collaborazione con Evian in virtù di una partnership che risale allo scorso anno), ed in queste ore anche nei grandi magazzini “La Rinascente” di Milano le bottiglie con il logo del brand creato dalla Ferragni vanno a ruba.

Noi potremmo aggiungere che alla Rinascente a Milano ci sono bottiglie molto più costose, come l’acqua minerale Veren (prodotta con il vapore acque condensato delle Florida Keys) che costa 15 euro a bottiglia (da 75 ml), quella prodotta da Fillico in Giappone brandizzata Hello Kitty (250 euro il costo della bottiglia da 75 ml) e quella realizzata dall’azienda specializzata Distyle per Natale, con una bottiglia, decorata con cristalli Swarovski, che costa anche 300 euro, ma non servirebbe a nulla.

Mentre sui social continua a scorrere a fiumi l’indignazione, la Ferragni continua a coltivare quello che è stato il segreto del suo successo: essere sulla bocca di tutti, poco importa se nel bene o nel male.

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